Secondo la lista provvisoria pubblicata dall’Amministrazione americana al commercio, i vini europei soggetti a dazio a partire dal 18 ottobre saranno solo francesi, spagnoli, tedeschi e britannici. Nella lista, l’Italia compare principalmente con le voci formaggio e derivati e carni suine, oltre a sciroppi e liquori: esclusi pertanto i vini, anche spumanti, che erano ricompresi nella precedente lista di aprile.
I vini spagnoli, francesi e tedeschi a subire un dazio supplementare del 25% ad valorem saranno solo quelli fermi confezionati in contenitori inferiori a 2 litri e con titolo alcolometrico inferiore al 14%: a titolo d’esempio, rientrano in questa categoria Bordeaux e Borgogna, vini di Provenza e del Roussillon, Rioja, Vacencia, Penedes, Rheinhessen, mentre sono esclusi Champagne e Cava. In aggiunta, la Spagna vedrà tassati anche gli oli d’oliva.
Il Wine Institute, intanto, ha rilasciato ieri, 2 ottobre, una secca presa di posizione in risposta all’annuncio fatto dall’U.S. Trade Representative circa l’introduzione della nuova tariffa sui vini dell’UE in ingresso negli Stati Uniti.
“Il Wine Institute – ha dichiarato Bobby Koch, Presidente e CEO dell’organizzazione di rappresentanza dell’industria del vino californiana – ha sempre sostenuto il commercio equo, aperto e reciproco del vino in tutto il mondo […] siamo preoccupati che questa azione porterà ad un aumento delle tariffe sui vini statunitensi e ridurrà i nostri sforzi tesi a far crescere le esportazioni”
Il timore è dunque quello di azioni di rivalsa sui vini made in Usa, il cui export verso l’UE ha raggiunto lo scorso anno il valore di 424 milioni di euro.
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