Un’indagine di Wine Intelligence ha coinvolto tra luglio ed agosto oltre mille consumatori abituali di vino dei mercati chiave di Australia, Canada, Stati Uniti e Germania.
Gli appartenenti al campione statistico sono stati interrogati circa le abitudini di consumo nel post lockdown. In particolare Wine Intelligence mirava a evidenziare eventuali macro cambiamenti nei comportamenti d’acquisto rispetto al periodo pre Covid-19.
I risultati dell’indagine suggeriscono un’evidenza comune nei quattro mercati: australiani, canadesi, statunitensi e tedeschi scelgono ora maggiormente vino locale.
Come spiegato da Luis Osorio e Lulie Halstead di Wine Intelligence, questa evidenza può essere inquadrata in un modello proposto dalla scienza comportamentale, quello secondo cui in tempi di crisi l’essere umano tende a rivolgersi a ciò che è più familiare, sicuro e degno di fiducia. Ricordiamo che quelli vagliati nell’indagine sono tutti mercati in cui vino locale ha una larga (o la più grande) fetta dei consumi e dunque la preferenza del vino locale si traduce anche in una preferenza per il vino più conosciuto e ritenuto quindi più affidabile.
A ciò si aggiunga che negli ultimi mesi, a causa delle restrizioni dettate dalle misure di contenimento della pandemia, i consumatori sono stati costretti a scegliere più velocemente di fronte agli scaffali: anche questo ha di nuovo favorito i marchi più noti e riconosciuti, e in particolare i grandi marchi, che nei mercati esaminati sono spesso proprio brand di vino domestico.
FEB