Alcune evidenze suggerite dalla lettura approfondita del rapporto annuale dell’Istat sul rapporto degli italiani con le bevande alcoliche.
Primo: nel 2019 i consumatori di vino nel nostro Paese sono rimasti stabili, a 29,5 milioni di individui, il 54% della popolazione da 11 anni in su. Prosegue però il rimescolamento delle abitudini: crescono ancora i consumatori non quotidiani (arrivati al 58%), mentre calano quelli regolari, soprattutto nelle fasce più giovani e in quelle da lavoro, scesi al 42%. Dieci anni fa i pesi delle due categorie erano esattamente all’opposto. Tra i quotidiani, a calare di anno in anno sono quelli nella fascia 1-2 bicchieri, passati dal 75% del 2008 al 69% del 2019.
Secondo: su un totale di 29 milioni di consumatori, le sole coorti che crescono sono quella degli ultra-65enni (8 milioni di persone) e quella dei 55-64enni (sopra quota 5 milioni), mentre in calo strutturale sono le fasce strategiche 35-44 e – tendenza del 2019 – quella 45-54. Stabili i 18-34-enni (5,5 milioni), fattore dovuto a mix di crescita dei saltuari e decrescita dei quotidiani, fattore di forte preoccupazione in ottica di lungo periodo, considerando che i più giovani trovano più attrattive come bevande “d’ingresso” la birra e gli aperitivi.
Terzo: il fattore sesso. Mentre i maschi restano piuttosto stabili (17 milioni di persone), le donne crescono di anno in anno. Tra 2008 e 2019, hanno visto ingrossare le file di 1 milione di individui, con saldo netto positivo anche tra 2019 e 2018 (+200.000 unità, per in totale di 12 milioni di persone). Così anche i pesi percentuali delle due categorie si avvicinano: nel 2008 il 61% dei consumatori erano maschi, quota scesa al 59% l’anno scorso, 2 punti guadagnati dalle quote rosa, passate dal 39% al 41%. La stessa incidenza sul proprio cluster d’appartenenza è mutata: 1 punto in meno la quota di uomini bevitori sul totale popolazione di sesso maschile (66%), 2 punti in più quella delle femmine, dal 41% al 43%.
Quarto. Le abitudini femminili sono simili a quelle maschili sul lato dei consumi quotidiani, quindi decrescita, mentre la vera crescita la si sta facendo sul lato dei consumi saltuari, e in particolare nelle fasce 18-34 anni (1,8 milioni di consumatrici) e 45-54 (1,6 milioni). Anche in quella 35-44, a fronte di calo progressivo degli uomini, si assiste per le donne a un trend di forte ripresa iniziato dal 2017 e consolidatosi nel 2019, a quota 1,4 milioni di persone. Su 12 milioni di consumatrici, ben 8 sono saltuarie, 2 milioni in più rispetto al 2008, mentre le quotidiane hanno perso circa 1 milione di persone.
Quinto. A livello regionale, la fetta più grossa di bevitori di vino in Italia risiede in Lombardia: 17%, poco più di 5 milioni di persone. Seguono piuttosto distanziati il Lazio (3 milioni scarsi e 10%) e il Veneto (2,6 milioni e 9%). Insieme, gli abitanti di queste tre regioni fanno il 36% del totale consumatori di vino nel nostro Paese. Spetta all’Emilia Romagna la palma di regione con più consumatori di vino in rapporto al totale della propria popolazione residente: 61%, 7 punti sopra la media italiana, mentre alla Sicilia va il titolo di regione con minor penetrazione assoluta in rapporto al totale della popolazione: su 4,5 milioni di residenti nell’isola, solo il 45% beve vino.
Paolo Castelletti