“In futuro dovremo ricorrere a più materiali di origine biologica e utilizzare più rifiuti nelle nostre collezioni”. Questo quanto dichiarato a Vogue da Pascal Brun, sustainability manager di H&M, nota azienda svedese d’abbigliamento che già da diversi anni punta su materiali bio-based e che oggi si sta sempre più focalizzando sul ricorso a fibre riciclate.
Già lo scorso anno nella Conscious Collection di H&M erano stati inseriti prodotti realizzati con fibre derivanti da foglie d’ananas, bucce d’arancia e alghe, prodotti di moda sostenibile a cui dal prossimo 26 marzo – così si legge in un articolo di Emily Farra pubblicato sulle pagine web di Vogue – se ne aggiungeranno di nuovi colorati con una tintura derivata da fondi di caffè e altri realizzati con una simil-pelle realizzata a partire da sottoprodotti enologici e senza il ricorso a solventi tossici. Questa “pelle vegetale” presenta le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali della pelle animale ed è stata brevettata da un’azienda italiana, Vegea srl, che con proprio questo materiale nel 2017 vinse il primo premio al Global Change Award, concorso organizzato dalla no-profit H&M Foundation con l’obiettivo di portare la moda nell’economia circolare (il prodotto venne allora presentato anche a Vinitaly).
FEB