Brusca frenata nell’ultimo trimestre 2018 della domanda cinese di vino importato dal resto del mondo, secondo quanto emerge dai dati appena pubblicati da China Customs (*) e rilevati da Ice in Cina. Tutti i principali fornitori – come si legge in un comunicato dell’Ice di Pechino – , con la sola eccezione del Cile, volgono in negativo: la Spagna, diretta concorrente dell’Italia, perde oltre il 20; la Francia quasi il 9%; l’Italia limita le perdite a – 3,5% attestandosi come il Paese con la performance meno negativa rispetto agli altri concorrenti europei e in linea con il secondo fornitore, l’Australia, che con il Cile gode di accordi bilaterali preferenziali (dazio zero su vino).
L’anno era iniziato molto bene per tutti i fornitori: nel primo semestre Italia e Francia crescevano rispettivamente del +25% e del +13%, la Spagna del +9%. A settembre tali aumenti si erano gia’ dimezzati, ma pur sempre in crescita a due cifre per il nostro Paese (Italia +12%, Francia +6%) mentre la Spagna già a quella data volgeva in negativo -10%.
È ancora presto per capire se si tratti di un effetto da eccesso di stock invenduto o, più verosimilmente, dello scarico, anche sul vino importato, del rallentamento generale dell’economia cinese e della sua domanda, ormai certificata da tutti gli analisti. La tenuta del Cile pare sia dovuta, secondo quanto rilevato presso primari importatori cinesi, ad un effetto sostituzione verso i vini Usa a seguito dell’inasprimento dopo l’estate della guerra commerciale con la Cina.