L’Unione europea e la Repubblica popolare cinese hanno concluso ieri, 6 novembre 2019, i negoziati per un accordo bilaterale sulla protezione reciproca e contro l’usurpazione di 200 indicazioni geografiche: 100 europee e 100 cinesi. L’intesa onora gli impegni assunti nel 21° vertice UE-Cina, svoltosi a Bruxelles lo scorso 9 aprile.
Il documento d’intesa deve esser ora sottoposto a un controllo giuridico e, per parte UE, si dovrà attendere anche l’approvazione di Parlamento europeo e Consiglio. Se queste fasi saranno superate positivamente, l’accordo potrebbe entrare in vigore già entro la fine del 2020, determinando vantaggi commerciali reciproci e una domanda di prodotti di qualità da entrambe le parti.
Prevista la protezione di 14 vini italiani: Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-Valdobbiadene-Prosecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Montepulciano d’Abruzzo, Soave, Toscano/Toscana, Vino nobile di Montepulciano. Tra i prodotti italiani che saranno tutelati in Cina si segnalano anche l’Aceto balsamico di Modena e la Grappa, tra quelli europei Cava, Champagne, Feta, Irish whiskey, Münchener Bier, Ouzo, Polska Wódka, Porto e Queso Manchego. Tra i prodotti cinesi nell’elenco vi sono invece ad esempio Pixian Dou Ban (Pasta di fagioli Pixian), Anji Bai Cha (Tè bianco Anji), Panjin Da Mi (Riso Panjin) e Anqiu Da Jiang (Zenzero Anqiu); qui l’elenco completo delle indicazioni geografiche europee che saranno protette; qui quello delle IG cinesi.
La Cina è oggi la seconda destinazione dell’export agroalimentare europeo, per un valore di 12,8 miliardi di euro nell’anno terminato ad agosto 2019, nonché la seconda destinazione delle esportazioni di prodotti protetti come indicazioni geografiche, prodotti che hanno una quota del 9% sul valore totale dell’export agroalimentare verso la Cina.
In merito alla conclusione dei negoziati il Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale dell’UE, Phil Hogan, ha dichiarato: “I prodotti a indicazione geografica europea sono rinomati in tutto il mondo per la loro qualità e i consumatori sono disposti a pagare un prezzo più elevato perché si fidano dell’origine e dell’autenticità di questi prodotti, ricompensando in questo modo gli agricoltori. L’accordo dimostra il nostro impegno a collaborare strettamente con i partner commerciali di tutto il mondo, come la Cina. Si tratta di una vittoria per tutti in quanto rafforza le relazioni commerciali, apportando benefici al settore agroalimentare e ai consumatori di entrambe le parti.”
FEB