Dopo la carne e i cereali, anche l’Aussie wine potrebbe essere vittima dei dissapori diplomatici e commerciali in corso tra Cina ed Australia. Casus belli della situazione la richiesta posta ad aprile alla comunità internazionale dal governo australiano di aprire un’indagine indipendente sullo scoppio dell’epidemia del Covid-19. In reazione a questa richiesta, percepita dal governo cinese come velato atto d’accusa, la Cina ha bloccato a quattro grandi società australiane le spedizioni di carne bovina verso la Cina, giustificando la disposizione con ragioni tecniche relative all’etichettatura e al presunto mancato rispetto di alcune norme sanitarie (la questione è ben ricostruita da Natalie Wang sulle pagine di Vino Joy). La Cina ha poi annunciato, il 18 di maggio, l’introduzione per cinque anni di un dazio dell’80,5% sulle importazioni di orzo australiano, in seguito alla conclusione di un indagine, cominciata già nel 2018, che avrebbe confermato che negli scorsi anni l’Australia ha sovvenzionato i produttori locali d’orzo e venduto l’orzo in Cina sottocosto. In proposito (lo riporta Ansa) il ministro del commercio cinese, Zhong Shan, ha dichiarato che la Cina è stata “prudente e contenuta nell’adottare misure commerciali antidumping”, ma è chiaro che il pesantissimo dazio renderà per i prossimi anni pressoché impossibili e sconvenienti per i produttori australiani le spedizioni di orzo tra Australia e Cina.
Le tensioni diplomatiche e commerciali tra i due paesi preoccupano l’industria del vino australiana che, almeno a partire dalla stipula del trattato di libero scambio Chafta (siglato nel 2015 e che ha poi progressivamente ridotto fino ad azzerare le tariffe di ingresso in Cina per l’Aussie wine) ha trovato proprio in Cina uno dei suoi più importanti mercati di destinazione, superando anche al Francia come primo fornitore di vino per questo mercato. A fine aprile, infatti, l’ambasciatore cinese in Australia avrebbe addirittura ventilato in un intervista la possibilità che le indagini sul Covid-19 avrebbero potuto spingere i consumatori cinesi a boicottare anche il vino australiano.
FEB