La convivenza tra le coltivazioni legali (o meno) di cannabis e l’industria vitivinicola pone, da anni ormai, diversi problemi in California, come già suggerito più volte in passato su queste pagine (a maggio scorso ad esempio avevamo riportato delle notizia delle “guerra” in corso tra viticoltori e agricoltori della cannabis in merito a questioni quali lo spazio e inquinamento olfattivo).
Notizia recente, la si può leggere sulla testata californiana The North Bay Business Journal, quella della chiusura di una coltivazione illegale di cannabis sita a Bodega Bay, all’interno del Sonoma Coast State Park. Il fallimento di questa attività illecita ha come positiva conseguenza, oltre gli evidenti risvolti di riportata legalità, quello di avere “restituito” alle altre attività agricole una consistente quantità di acqua. Le piante di cannabis, infatti, come dichiarato da Jeremy Stinson (ranger del California State Park e tra i responsabili del Cannabis Watershed Protection Program), necessitano di una grande quantità di acqua che viene sottratta alle altre coltivazioni, ma la complessità del problema è più profonda: queste coltivazioni oltre a sottrarre acqua generano rifiuti e inquinamento, del suolo e delle acque, ed incidono così negativamente anche su flora e fauna selvatica.
FEB