Molte le soddisfazioni per la Casa vinicola Sartori che per la prima volta sfiora un fatturato di 41 milioni di euro, con un incremento sull’anno precedente vicino al 20% e un Ebita che torna quasi al 15%, come negli anni precedenti al 2008. e positivi sono anche gli altri parametri, che fanno ben sperare su un futuro di consolidamento della crescita. Questo risultato nasce da un crescita delle vendite nei mercati esteri pari al 19% e del 10% nel mercato nazionale, confermando l’efficacia delle strategie commerciali intraprese nel corso di un anno molto difficile per l’economia mondiale.
Tra i punti di forza della Sartori c’è il legame con il territorio e l’aver sempre puntato sui vini della zona ottenuti dalla somma dei vigneti di proprietà e controllati nella Valpolicella Classica (120 ha) e dei 2.800 ha di cui dispone grazie all’accordo con la Cantina di Colognola, oggi Collis Veneto Wine Group.
Si evidenziano le buone performance di vendita dei due vini simbolo della zona come l’Amarone ed il Valpolicella Ripasso, che continuano un percorso di crescita come era negli obiettivi della azienda.
Gli investimenti relativi al nuovo centro logistico e alla copertura dello stesso con dei pannelli fotovoltaici hanno consentito di rendere lo stabilimento autosufficiente permettendo di ridurre sensibilmente il consumo di energia proveniente da fonti fossili con la garanzia del rispetto ambientale. Inoltre, è stato ottenuto il quarto rinnovo alla norma SA8000 che ha lo scopo di migliorare le condizioni lavorative all’interno dell’azienda e non solo: coinvolge le catene di fornitura e di subfornitura, instaurando con esse un particolare rapporto, facendole così partecipare attivamente al rispetto ed alla tutela dei diritti umani.
La partnership nata dieci anni fa, con la Cantina di Colognola permette, inoltre, un continuo rapporto diretto con la produzione che consente di avere un controllo completo di tutta la filiera. Sempre in questa ottica, in alcuni vigneti di proprietà nella zona della Valpolicella Classica, sono state impiantate nuove vigne che vanno ad integrarsi con piante di più di trent’anni. Questo permetterà nuove sperimentazione sui vitigni autoctoni, bandiera della zona di produzione.
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