Il Comitato esecutivo del Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC), riunitosi a Epernay lo scorso 18 agosto, ha fissato in kg 8.000 per ettaro la resa massima consentita per il 2020, che corrisponde ad un potenziale di produzione di 230 milioni di bottiglie (la resa fissata per il 2019 era stata di 10.2000 kg/ha). Com’è noto il Comité riunisce rappresentanti della Syndicat Général des Vignerons de la Champagne (SGV, che rappresenta 21.000 viticoltori della regione) e rappresentanti dell’Union des Maisons de Champagne (UMC, dunque le Maison produttrici) e la decisione sulla resa 2020 è stata quest’anno particolarmente difficile, viste le diverse istanze portate a Epernay dalle due parti nell’ambito della crisi internazionale (generalmente la resa di un’annata è decisa a fine luglio, a quest’anno la riunione del Comité del giorno 22 non aveva portato ad un’accordo).
Data l’attuale incertezza del mercato, il Comité ha inoltre quest’anno introdotto un’inedita misura per quanto concerne il tirage e di pagamento dell’uva ai viticoltori.
La resa effettiva consentita sarà infatti adeguata all’andamento stesso del mercato. In sostanza a partire dal 1 gennaio 2021 (data in seguito alla quale si può procedere al tirage), sarà possibile imbottigliare solo una quantità di champagne corrispondente a 7.000 kg/ha, e su questa quantità verrà pagata l’uva ai vigneron. Il Comité si riunirà poi di nuovo nel corso dello stesso mese di gennaio 2021, per decidere sull’effettiva resa massima: se le vendite del 2020 saranno state stimate in una quantità inferiore a 200 milioni di bottiglie, le quantità eccedenti ai 7.000 kg/ha verranno poste in riserva come anticipo sulla vendemmia 2021. A luglio 2021 poi, il Comité si riunirà di nuovo per fissare il rendimento 2021, tenendo naturalmente conto delle eventuali risultante della campagna precedente.
FEB