Non sembrano placarsi le tensioni commerciali sul vino tra Cina e Australia. A pochi giorni dall’avvio da parte del Ministero del Commercio cinese (MofCom) di un indagine di anti-dumping sulle importazioni di vino australiano (annunciata i 18 agosto), il 31 agosto, lo stesso ministero ha annunciato di avere aperto una nuova e parallela indagine anti-sussidi. Oggetto dell’indagine ancora una volta ai vini australiani in bottiglia importati in Cina (in particolare sui vini importati in contenitori di volume inferiore ai 2 litri).
Il comunicato del MOFCOM è per il momento disponibile solo in lingua cinese (lo leggiamo, insieme ad altri dettagli sulla questione grazie a Vino Joy). L’indagine così avviata si protrarrà fino al 31 agosto 2020, ma potrebbe essere estesa fino al 28 febbraio 2022 (tempi paragonabili a quelli della parallela indagine anti-dumping).
Secondo l’agenzia cinese Xinhua, anche questa azione del MofCom sarebbe stata sollecitata dalla China Alcoholic Drinks Association, che avrebbe lamentato presunti sussidi del governo australiano ai suoi produttori (si parla di circa 40 sussidi diversi).
Ricordiamo che, in risposta all’annuncio della precedente indagine anti-dumping, il ministro dell’agricoltura australiano,David Littleproud, aveva menzionato proprio i sussidi al vino, dichiarando però che gli agricoltori australiani sono tra i meno sovvenzionati al mondo.