Sulle pagine del portale d’informazione vinicola wine-searcher.com, il direttore della testata, Don Kavanagh, suggerisce che con il recente balzo in avanti dell’eCommerce del vino sarebbero cresciute in modo consistente anche le frodi. Le più comuni tipologie di frode nel mercato del vino online sono due. Una, più classica, è quella dell’invio di fake wine da parte dei truffatori al posto dell’etichetta effettivamente ordinata e pagata dal consumatore; un’altra – ed è questa che si sta più diffondendo oggi – invece si basa su operazioni di furto di identità: i truffatori creano portali di vendita del tutto simili a quelli del produttore, offrendo vino a prezzo basso così da attirare l’acquirente che paga (spesso i truffatori chiedono pagamento immediato) ma che naturalmente non vede recapitarsi il prodotto. Il grado di “perfezione” di questi siti fraudolenti si basa sull’utilizzo di loghi ed etichette copiate dagli originali, sul richiamo dei nomi del personale senior delle aziende e perfino sulla indicazione di un link ad un negozio vero, ma con il truffatore che suggerisce di mettersi in contatto direttamente con lui proponendo offerte particolarmente vantaggiose.
I consigli di Wine-searcher per individuare le possibili truffe sono: fare ricerche prima di fare un ordine costoso; diffidare di venditori che offrono prezzi particolarmente vantaggiose e fuori mercato, chiedendo al contempo il pagamento anticipato; verificare che il sito sia completo di tutte quelle informazioni richieste dalla normativa sui negozi on-line; fare acquisti su siti con l’URL che comincia con https, basati quindi sull’Hypertext Transfer Protocol Secure (HTTPS), e che per i pagamenti si appoggino ad un provider sicuro.
FEB