Se nella gran parte dei mercati la pandemia del Covid-19 ha portato forti sconvolgimenti nelle abitudini di consumo di vino, in forza soprattutto della chiusura forzata di bar e ristoranti (si veda ad esempio quanto previsto dal IWSR secondo cui per un ritorno alla “normalità” nei consumi si dovrà aspettare il 2024), più contenuti e meno preoccupanti esiti sembrano esserci stati in Svezia, Germania e Paesi Bassi. Una riflessioni in merito è stata recentemente proposta da Richard Halstead, COO di Wine Intelligence, in seguito alla pubblicazione da parte della stessa agenzia di ricerca di mercato dei Covid-19 Impact Reports relativi a questi tre mercati.
In Svezia, paese che ha affrontato l’epidemia con misure di blocco delle attività sociali molto più leggere rispetto al resto d’Europa (bar e ristoranti sono rimasti aperti in funzione di alcune regole di distanziamento), ci sono stati cambiamenti solo marginali nel consumo di vino in merito a quantità acquistata e spesa. Poco sembra essere variato rispetto alle tendenze di consumo registrate negli ultimi anni anche in Germania , dove le misure del lockdown sono invece state particolarmente rigide, e nei Paesi Bassi. Nel mercato tedesco infatti è proseguita anche negli ultimi mesi la tendenza verso la ricerca di vino di qualità che ormai da tempo ha fatto accantonare la scelta di vino economico, con esiti positivi sia per il mercato del vino al dettaglio che per quello che passa per l’horeca. Qualcosa di simile sta avvenendo nel mercato olandese, che in passato era considerato un mercato “a basso prezzo”. Anche nei Paesi Bassi infatti i consumatori stanno abbracciando vini di prezzo superiore ai € 10,00 per bottiglia, grazie anche all’offerta, sempre più ricca di vino di qualità, e alla crescita del canale dell’ecommerce.
Le conseguenze sul mercato del vino in Germania, Paesi Bassi e Svezia sembrano dunque essere stata per il momento sostanzialmente contenutee ancora, secondo Wine Intelligence, è diffuso un certo ottimismo tra i consumatori sulla ripresa degli stili di vita pre-pandemica, cosa che suggerisce che anche nei prossimi mesi nei consumi di vino dovrebbero proseguire, senza troppi intralci, le tendenze di medio-lungo periodo.
FEB