Come riportato anche dal Washington Post, casi di Coronavirus sono stati ora registrati in tutti gli stati degli Stati Uniti d’America e l’emergenza sanitaria sta quindi portando a diverse restrizioni in tutto il paese.
Lunedì scorso, 16 febbraio, i governatori degli stati di New York (Andrew Cuomo), New Jersey ( Phil Murphy) e Connecticut (Ned Lamont) hanno ordinato la sospensione dell’attività on-premise di bar e ristoranti, viste le diverse segnalazioni loro pervenute di locali troppo affollati (qui l’ordinanza dello stato di New York – qui quella del New Jersey – qui quella del Connecticut); permesso offrire un servizio d’asporto; vi sono poi alcune limitazioni sulle bevande alcoliche.
Anche il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha disposto la chiusura dei ristoranti e bar nella Grande Mela a partire da lunedì 16; permessa anche in questo caso la consegna a domicilio.
Simili provvedimenti anche in California dove domenica 15 il governatore Gavin Newsom ha chiesto che rimanessero chiusi “tutti i bar, i nightclub, le cantine, i pub e simili” (“all bars, nightclubs, wineries, brewpubs, and the like”), cosa che, come riportato da wine-seracher.com, ha generato confusione e sconcerto nel settore del vino in merito all’uso della parola “wineries, utilizzata evidentemente per errore dal governatore, che più probabilmente voleva dire “tasting rooms”, e cioè le sale di degustazione delle cantine.
Intanto, come riportato da US Today, McDonald ha deciso autonomamente di chiudere tutte le sale da pranzo dei ristoranti di tutti gli Stati Uniti, limitando il servizio al walk-in takeout, drive-thru e al delivery service. La situazione è naturalmente in costante evoluzione.
FEB