L’uso dell’alluminio, e in particolare delle lattine, comunissimo per il confezionamento di birra e bevande analcoliche, comincia a essere una soluzione adottato (e accettata) in alcuni mercati anche per il vino. La notizia più recente in proposto arriva dal Sudamerica, dove per incrementare i consumi, soprattutto tra i giovani, l’ente governativo per la normativa del settore vino, l’Instituto Nacional de Vitivinicultura, ha aperto alla commercializzazione di vino in contenitori metallici, fino a 50 litri, e dunque anche le lattine (ne abbiamo parlato qui). Negli Stati Uniti, invece, l’uso delle lattine anche per il vino ha una storia di oltre ottant’anni (secondo alcune fonti sarebbero state utilizzate per la prima volta dall’Acampa Winery di Lodi, California, nel 1936), e le vendite di vino così confezionato sono in crescita e lo scorso anno si sono incrementate del 43% (ne abbiamo palato qui); più in generale l’uso dell’alluminio (e delle confezioni “alternative” era stato indicato da diverse analisi di mercato quale fattore chiave del mercato del 2018 (qui ad esempio quanto aveva previsto Nielsen).
Difetto, da sempre, delle lattine è l’impossibilità di richiuderle dopo averle “stappate”. Caratteristica che certamente ne limita l’utilizzo e la popolarità. Come si legge su The Drinks Business, che ha recentemente affrontato l’argomento, ben il 60% dei consumatori americani vorrebbe invece lattine richiudibili, percentuale che sale 70% tra i consumatori di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
A questo scopo, una società di Austin (Texas) ha sviluppato una lattina per bevande totalmente in allumino, che può essere richiusa una volta aperta. Questo prodotto, chiamato SipNShut (sorseggia e chiudi), è realizzato totalmente in alluminio (quindi senza inserti in plastica) ed è quindi totalmente riciclabile. Può inoltre essere utilizzato sulle normali linee di confezionamento utilizzate per le comuni lattine. L’azienda produttrice lo propone anche per il vino.
FEB
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