Dopo due anni di sfide significative per l’industria vinicola di tutto il mondo, anche in Australia viticoltori e produttori di vino cominciano a fare i programmi in previsione della prossima vendemmia. Là, alle comuni difficoltà globali legate alla pandemia del Covid19 (a partire dai problemi di approvvigionamento, aumento dei costi, cambiamenti delle preferenze dei consumatori etc.), si sono aggiunti quelli derivanti dagli “screzi” diplomatici con la Cina, fino a pochi anni fa primo paese di destinazione dell’export vinicolo e al momento destinazione di secondo piano in seguito all’introduzione dei dazi di ritorisione del governo cinese; dazi che hanno affossato le esportazioni e creato un significativo eccesso di magazzino.
La terribile situazione è stata recentemente oggetto di discussione tra la cooperativa vinicola di Riverland (regione del South Australia) CCW Co-Operative Limited e il colosso del vino australiano Accolade Wines, di cui i più di 500 soci della sopracitata cooperativa sono conferitori, vendendo le loro uve a Berri Estates Winery (una controllata di Accolade). Come riportato dalla testata australiana ABC News, vista l’eccedenza di vino rosso nei magazzini australiani e la chiusura del mercato cinese, Accolade ha previsto che potrà pagare l’uva da vino rosso (Shiraz e Cabernet) ai viticoltori di Riverland probabilmente solo circa 150 dollari australiani per tonnellata nel 2023. In alternativa Accolade avrebbe proposto ai suoi conferitori un incentivo economico di 1.250 AUD per ettaro a chi vorrà estirpare i vigneti da vino rosso per impiantarne di nuovi destinati alla produzione di vino bianco (vitigni sauvignon blanc, pinot grigio e glera), oppure un incentivo di 1.000 AUD per ettaro per chi vorrà rinunciare al raccolto 2023.
All’offerta di Accolade i rappresentanti di CCW hanno risposto che – pur volendo rispettare gli accordi contrattuali – l’incentivo per il cambio di destinazione dei vigneti non coprirebbe i costi e l’operazione sarebbe antieconomica, soprattutto in funzione del tempo necessario per portare in produzione i nuovi vigneti. Alcuni viticoltori di Riverland – questo è riportato da Winetitles.com – starebbero quindi considerando l’opportunità di lasciare sulle viti il 40% della loro produzione nella vendemmia 2023.
FEB