Nelle pagine della rubrica “In cantina – Test Macchine & Attrezzature” su Il Corriere Vinicolo n. 35 è presentata una ricerca sperimentale che ha indagato le performance ambientali, gestionali ed economiche connesse all’utilizzo di un moderno sistema automatizzato di controllo della fermentazione alcolica in comparazione con l’approccio tradizionale di gestione della fermentazione e della nutrizione del lievito. La sperimentazione è stata condotta da ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DiSAA) dell’Università degli Studi di Milano;
firmano l’articolo, per parte DiSAA, Stefano Baroffio, Valentina Giovenzana, Roberto Beghi, Alessio Tugnolo, Andrea Casson e Riccardo Guidetti, e per parte HTS Tecnologia (società produttrice del sistema in esame) Diego Filippi e Fabrizio Ghinolfi.
Tra i risultati più evidenti suggeriti dalla sperimentazione è emerso che l’utilizzo del sistema automatizzato porta a una riduzione delle tempistiche di fermentazione, della manodopera e del consumo di acqua. Sono invece risultati paragonabili a quelli dell’approccio tradizionale i consumi di energia elettrica, che dipendono in massima parte dall’organizzazione dell’attività in cantina e dalla dimensione degli impianti. In merito all’utilizzo di nutrienti ed ossigeno, ancora in funzione della gestione della dimensione degli impianti, sono emerse alcune differenze nelle prove effettuate nelle due cantine dove è stata condotta la prova sperimentale: la Cantina Forlì Predappio Soc. Agricola Coop (FC) e la cantina Borgo Molino Vigne & Vini (TV).