In linea con quanto descritto guardando le performance dei principali mercati mondiali, l’Italia chiude il primo quarto dell’anno così come aveva chiuso il 2014. Grande performance del comparto spumanti, stabilità del segmento bottiglia, ribassi per lo sfuso. Il totale di marzo ferma le lancette a 1,2 miliardi di euro, per una crescita del 4%, mentre i volumi scendono del 2% a 4,6 milioni di ettolitri.
Andando nel dettaglio delle tipologie, la spumantistica archivia l’ennesimo trimestre di crescita, bissando la già abbondante performance del primo quarto del 2014, con ritmi di quasi +25%. Si attenua l’erosione dei prezzi, mantenuti stabili rispetto all’anno passato (anche se con qualche eccezione, peraltro sul segmento Dop).
In totale le bollicine chiudono poco sotto i 200 milioni di euro, trascinati dal Prosecco, che arriva in soli tre mesi a 130 milioni (+34%), per un volume di oltre 376.000 ettolitri (+44%). Il prezzo come dicevamo è la nota un po’ dolente: -7% visto dall’Italia, che poi come abbiamo visto si traduce a Londra in un -25%, per un valore di 3,45 euro Fob. Male anche la performance dell’Asti, su cui pesa la situazione di incertezza in Russia, mentre in buona salute appaiono le spedizioni di prodotto a Igp e comune, entrambi in fase espansiva anche sul fronte listino.
Vini in bottiglia
Vediamo ora la situazione dei vini in bottiglia. I frizzanti continuano a vivere una congiuntura non particolarmente favorevole. L’inizio dell’anno vede cali omogenei a volume e valore attorno al 7%, con listini tenuti fermi ai livelli dell’anno passato. C’è da notare che stiamo incominciando a mettere in circolazione i vini del 2014, figli di un’annata magra, e che quindi qualche upgrade sulla variabile prezzo non farebbe male.
Sui fermi, tra Dop e Igp, le migliori e più convincenti performance sono da ricercarsi in questa seconda categoria, in particolare rossi (+11% a valore con prezzi su del 5%). Mentre tra i vini Dop alla sostanziale stabilità dei bianchi fa da contrappeso una più brillante andatura dei rossi e rosati, che con un minimo rialzo dei prezzi riescono a bilanciare il calo a volumi del 2%. Sul fronte vini comuni, sono i rossi – quelli che soffrono meno della competizione spagnola – ad andare un po’ meglio, mentre i bianchi vedono riduzioni omogenee del 30% a valore e volume.
Questo l’andamento trimestrale dell’export vini in bottiglia sui principali mercati, con l’appendice Cina.
Sfuso, il nodo tedesco
Chiudiamo con lo sfuso, dicendo che vi è a livello generale un certo miglioramento della situazione prezzi, arrivati a marzo quasi al saldo zero, dopo aver superato a settembre 2014 il picco di -20%. Oggi si veleggia attorno a 70 centesimi per litro, il valore che avevamo a marzo del 2014, quando si incominciò ad andare in picchiata dopo l’entrata sui mercati dei prodotti della mostruosa vendemmia spagnola 2013.
Il problema vero per chi produce e vende sfuso all’estero resta la Germania, dove causa Spagna le quotazioni continuano a cedere (siamo a 49 centesimi, -12% sul 2014), e anzi si inizia peggio di come si era chiuso l’anno passato: il prodotto nuovo scarseggia (siamo già a -11%), e vi sarà prima o poi necessità di andarlo a reperire altrove, probabilmente proprio dai nostri più acerrimi competitors.
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