Nel 2018, l’industria del vino statunitense è stata capace di esportare vino per 1,457 miliardi di dollari e 3,75 milioni di ettolitri, -4,76% in valore e – 1,23% in volume rispetto al periodo gennaio-dicembre 2017. A incidere sulle spedizioni, secondo il Wine Institute che è fonte di questi e dei seguenti dati elaborati sui numeri del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, sono stati la forza del dollaro, le tariffe “di rappresaglia” e la concorrenza internazionale da parte dei produttori esteri, che avrebbero ricevuto significativi aiuti dai loro governi e che beneficiano di accordi di libero scambio su mercati chiave.
Il 90% del vino made in Usa arriva, ancora una volta, dalle cantine della California che, con 170 produttori dediti alle esportazioni e 142 paesi raggiunti, trova nell’UE 28 il suo primo mercato di destinazione per valore ($469 milioni), cui seguono tra i primi dieci Canada ($449 milioni), Hong Kong ($130 milioni), Giappone ($93 milioni), Cina ($59 milioni), Mexico ($27 milioni), Corea del Sud ($25 milioni), Nigeria ($15 milioni), Repubblica Dominicana ($14 milioni) e Singapore ($14 milioni). In generale le esportazioni di vino dalla California si sono incrementate negli ultimi dieci anni del 60%, grazie anche al contributo offerto da tredici uffici impegnati nella promozione del vino in 25 paesi.
FEB
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