Se un apporto adeguato di potassio è fondamentale per poter esprimere la massima produttività, un suo eccesso può avere effetti decisamente negativi sulla qualità delle uve (e quindi del prodotto finale vino), così come può anche sfavorire l’assorbimento di magnesio nelle piante, creando in questo caso scompensi nutrizionali.
Su Il Corriere Vinicolo n. 30/2024 sono pubblicati i risultati delle prove sperimentali, condotte nel biennio 2021 e 2022 su un vigneto in zona DOC Prosecco da ricercatori del Crea di Conegliano (Patrick Marcuzzo, Marco Lucchetta, Lusa Masiero e Federica Gaiotti), in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine (ricercatori Marco Contin e Samuele Dall’Antonia, afferenti al Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali).
Lo studio ha permesso di valutare l’influenza degli apporti di potassio sui parametri produttivi e qualitativi della cultivar Glera. L’applicazione di elevate dosi di fertilizzante ha determinato un aumento del contenuto di potassio nel suolo e nei mosti. Questo ha portato a un innalzamento del pH del mosto, aspetto che ha implicazioni negative sulla qualità dei vini ottenuti dalla Glera, caratterizzati da freschezza e dal suo buon tenore acido. Da evidenziare anche come a maggiori apporti di potassio non sia seguito l’atteso accumulo zuccherino nella bacca, almeno nelle condizioni sperimentali di prova.
Queste evidenze sperimentali indicano di porre attenzione ad evitare eccessi di concimazione potassica, cercando invece di premiare quei comportamenti che promuovono una maggiore sostenibilità in tutta la filiera