Japan Spirits and Liqueurs Makers Association ha annunciato a febbraio con un comunicato del suo chairman la volontà di salvaguardare il vero “whisky giapponese”, un distillato che nel Paese del Sol Levante ha una storia quasi secolare, che lo ha portato ad essere un prodotto singolare e oggi riconosciuto ed apprezzato dai consumatori di tutto il mondo. A questo scopo, e dunque in ottica di trasparenza, a garanzia dei consumatori, della leale concorrenza e della qualità, la stessa associazione ha emanato nuove linee guida per l’etichettatura.
L’uso legittimo della denominazione “Japanese Whisky” (o “Japanese Whiskey”) sarà d’ora in avanti riservato ad un prodotto ottenuto da cereali maltati e da acqua proveniente da fonti giapponesi. Tutte le fasi della produzione dovranno avvenire in Giappone, così come l’invecchiamento (da effettuarsi in botti di legno della capacità non superiore a 7 hl per almeno tre anni consecutivi) e l’imbottigliamento, al momento del quale il prodotto deve avere un titolo alcolometrico di almeno 40% vol. È consentita la colorazione al caramello.
Le nuove regole entreranno in vigore il prossimo 1 aprile, ma i produttori hanno tempo per aderirvi sino al 31 marzo 2024.
FEB