Più finanza nelle cantine italiane, con un aumento della partecipazione dei fondi di private equity nelle imprese vinicole (+63,5% tra il 2020 e il 2022) e meno propensione all’impegno verso la certificazione e comunicazione della sostenibilità (solo il 35% delle maggiori imprese vinicole italiane redige un bilancio di sostenibilità). Ed ancora una differenza molto marcata di andamento economico rispetto ai principali settori industriali di “fornitura” legati al packaging e non solo.
Sono questi i principali elementi di novità, rispetto alle passate edizioni, che emergono dall’annuale “Indagine sul settore vinicolo in Italia 2024” dell’Area studi Mediobanca, pubblicata l’11 giugno scorso e ora presentata su Il Corriere Vinicolo n. 21/2024.
L’indagine offre un’analisi dall’analisi del mercato del vino in Italia, esaminando la dinamica economica e patrimoniale 2019-2024 di 253 società di capitali con fatturato oltre i 20 milioni di euro (pari all’88,4% del volume economico del settore).
Il 2023 è stato un anno difficile, senza crescita e considerato di transizione. Dai giudizio della maggioranza delle imprese vitivinicole emerge tuttavia un sentiment positivo per il 2024, sostenuto da una migliore configurazione dei consumi, in previsione di volumi invariati per l’effetto combinato di un aumento delle vendite di spumanti e di un ulteriore calo dei vini fermi.