Qualche settimana fa, radunando tutti i principali esponenti della filiera agricola italiana, fa ci eravamo permessi di porre alla sua attenzione una provocazione: quella di rimettere mano ai rapporti tra Stato e Regioni, o perlomeno di riaprire il dialogo per correggere quelle storture che in dieci anni hanno reso la macchina amministrativa lenta e spesse volte contorta. E il ministro Mario Catania non si è fatto pregare a lungo, concedendo al nostro giornale un’intervista esclusiva in cui, oltre al problema citato, facciamo il punto sulla sua agenda politica, che vede all’orizzonte la revisione di medio termine dell’Ocm vino, la riforma della Pac, ma anche problemi più cogenti, come i rapporti della filiera con la grande distribuzione. Ecco come si muoverà titolare del dicastero cruciale per le sorti del nostro comparto.
Ministro, partiamo dal tema dei rapporti tra Stato e Regioni, recentemente affrontato sul nostro giornale. Da parte della filiera agricola è emersa la forte necessità di rivedere i pesi e i meccanismi di funzionamento della macchina amministrativa: chi chiede una nuova riforma del Titolo V, chi si “accontenterebbe” di un maggior coordinamento. Alla presentazione della manovra, il presidente Monti, parlando di concertazione con le parti sociali, ha detto esplicitamente che alcune materie dovrebbero essere escluse. Crede che lo stesso ragionamento possa essere applicato anche a taluni aspetti del settore agricolo oggi gestiti direttamente dalle Regioni? Ci sono dei correttivi che in questo breve spazio di legislatura possono essere già messi in atto?
L’agricoltura è un settore strategico per il nostro Paese e per questo l’impegno del Governo sarà massimo in questo campo, per poter far fronte da un lato alle esigenze contingenti del comparto, dall’altro ad una pianificazione di medio-lungo termine che possa rinsaldare le basi dell’agroalimentare italiano. Il nostro obiettivo è quello di far comprendere come il settore primario sia fondamentale sotto il profilo economico e sociale, allontanando l’idea che la nostra agricoltura sia solo frutto di assistenzialismo.
In questa operazione, considerata la struttura normativa nella quale ci muoviamo, è indispensabile un dialogo fattivo con le Regioni e per questo ho già incontrato gli assessori regionali. Tutti gli attori istituzionali devono fare squadra e da parte mia ci sarà sempre un’attenzione particolare rispetto all’ottemperanza precisa dei rispettivi ruoli e al raggiungimento di una vera e sostanziale gestione del sistema, che preveda un ruolo centrale delle Regioni. Ora è importante mantenere questa situazione di coordinamento e di unitarietà, per garantire alla macchina agricola di poter procedere senza eccessivi ostacoli. Ogni attore ha la responsabilità di contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’agroalimentare nazionale, che troverà nel Ministero un protagonista nel controllo e nel supporto delle politiche agricole italiane.
A giugno di quest’anno, partecipando all’assemblea generale della Confederazione-UIV, Lei lanciò la necessità di una riflessione straordinaria su due temi, uno di breve e uno di medio termine: il primo faceva riferimento alla razionalizzazione del programma di spesa nel PNS, il secondo alla revisione dell’Ocm attesa nel 2012. Crediamo che – per scarsa iniziativa del settore stesso – poco sia stato fatto sia sull’uno che sull’altro fronte. Abbiamo ancora in sospeso la questione dell’impatto della cessazione degli aiuti all’arricchimento e delle misure di mercato, mentre le richieste della filiera per il post-2012 sono ancora tutte da scrivere. Unione Italiana Vini ha sempre condiviso l’obiettivo di pensare a un Piano nazionale di sostegno finalizzato sostanzialmente al finanziamento di misure realmente in grado di aiutare l’impresa ad affrontare il mercato (c.d. misure attive), come la ristrutturazione vigneti e la promozione. Al contempo però si pone probabilmente l’esigenza di definire un’unica e vera misura di crisi, interamente a carico del budget Ocm, in grado di permettere interventi rispetto a situazioni congiunturali (e non strutturali). Intrecciata a questi problemi, vi è poi la questione dei diritti d’impianto, con le varie ipotesi sul tappeto. Come intende muoversi su questi fronti l’Amministrazione?
Il settore del vino per le sue esigenze specifiche merita di essere seguito con particolare attenzione, affinché la normativa possa agevolare il lavoro dei tanti produttori, che sono i veri protagonisti del successo mondiale dei nostri prodotti. Per questo in particolare in Europa stiamo lavorando per il presente e per il futuro dei nostri vini, intervenendo con nostri contributi sulle proposte di riforma che riguardano il settore.
In particolare per quanto riguarda il tema degli aiuti sul mosto, abbiamo ben chiaro che il venir meno di tali risorse crea di fatto una disparità competitiva in area Ue, a vantaggio dei Paesi del Nord che possono utilizzare lo zucchero per l’arricchimento. Per questo abbiamo già chiesto alla Commissione delle modifiche e pensiamo che le strade percorribili per una soluzione più equa del problema siano due: inserire nella nuova proposta l’aiuto sui mosti oppure trovare uno strumento uguale per tutti, soluzione sulla quale stiamo portando il nostro contributo.
Per quanto riguarda le misure attive o strutturali, l’Amministrazione sta proseguendo il lavoro di supporto al comparto attraverso gli strumenti della ristrutturazione, che è la voce principale di spesa con circa 100 milioni di euro l’anno, della promozione che vede un grande impegno sui Paesi terzi che porterà il budget totale impiegabile a quasi 270 milioni di euro e degli investimenti. Su quest’ultima misura, inserita nel 2011, abbiamo previsto per il 2012 risorse per 40 milioni di euro, che prevedono meccanismi burocratrici di accesso più snelli e che daranno la possibilità ai produttori di migliorare la competitività sui mercati ed incrementate la crescita e lo sviluppo aziendale.
Sul fronte delle misure di mercato va chiarito che con la riforma della Ocm unica non sono più previste misure specifiche, ma il settore viene integrato in un approccio orizzontale. Da parte nostra ci sarà da fare un lavoro importante, dobbiamo avere idee alternative alla proposta della Commissione. Uno dei filoni praticabili in questo contesto è il ricorso a un sistema di assicurazioni/fondi mutualistici che sia performante e che dia risposte alle situazioni di crisi. Dobbiamo fare i conti con le nostre strutture, dobbiamo essere pronti ad applicare in maniera efficiente le nuove normative. Per raggiungere questo obiettivo a breve chiederò un contributo di riflessione e proposta a tutte le organizzazioni per un confronto proficuo in materia.
Per quanto attiene alla Pac, verrà attivato il regime di pagamento unico e sostegno dei viticoltori? E in merito alle organizzazioni dei produttori, a quale ruolo pensa per questi organismi, che nel settore hanno una presenza marginale? Gli aiuti verranno gestiti con le attuali modalità?
Il pagamento unico per i viticoltori è una delle novità contenute nella proposta di riforma della Commissione europea, che in questo senso uniformerà il viticoltore agli altri agricoltori consentendogli di accedere al pagamento disaccoppiato. In ogni caso non dovrebbe essere intaccato il budget dell’Ocm per il vino, consentendo così al nostro Paese di proseguire nello sviluppo, come detto, attraverso le cosiddette misure attive (ristrutturazione, promozione e investimenti).
Recentemente Lei ha parlato di rapporti tra produzione e distribuzione in agricoltura. Certamente saprà della delicata situazione di mercato di questa campagna, dove aumenti generalizzati dei prezzi all’origine stanno rendendo difficoltoso lo scenario in cui operano le imprese che hanno rapporti con la Grande distribuzione. Numerose sono state le istanze per portare i principali player della Gdo a un tavolo di concertazione, al fine di sensibilizzarli sulla delicata tematica della sostenibilità della filiera. Crede che il Ministero possa essere parte attiva nell’avviare una seria riflessione sui criteri di formazione del prezzo al consumo, considerando che alla luce della riforma Ocm lo scenario di bassa produzione e prezzi al rialzo in cui si muovono le imprese è destinato a diventare strutturale?
Ritengo importante che si riconosca il valore adeguato all’attività agricola, alla relativa trasformazione e alla tutela dell’alimentazione del consumatore. Tale riconoscimento deve collocarsi all’interno di rapporti sempre più armonici tra le diverse componenti della filiera alimentare. Sussistono purtroppo forti asimmetrie che incidono sul funzionamento della filiera e che, dobbiamo riconoscerlo, tendono in certi casi addirittura ad acuirsi. Si dovrà continuare a verificare la trasparenza dei rapporti all’interno della filiera, anche per assicurare che i consumatori possano avere alimenti sani, di buona qualità e di prezzo accessibile.
In tale ottica, i rapporti con la Gdo sono stati il primo punto sul piano interno che ho messo nella mia agenda. Auspico un regolamento europeo in materia accompagnato da un codice di buona condotta in modo da poter avere un impianto funzionale. Tale prospettiva però non sembra trovare ancora a Bruxelles l’apertura che meriterebbe. In ogni caso nei prossimi mesi porterò una proposta per il settore, a sostegno dello sviluppo, nel quale i rapporti con la Gdo avranno un posto determinante.
A livello nazionale, a prescindere da quello che avviene in sede comunitaria, osserviamo che la concentrazione della grande distribuzione è eccessiva ed ha oggettivamente squilibrato i rapporti di forza. Abbiamo aperto al Ministero un confronto tra le parti, organizzazioni e grande distribuzione, che parte dall’ortofrutta, ma che riguarda più in generale i rapporti di filiera. Studieremo nei prossimi mesi anche le possibilità di proposte legislative che verranno discusse in sede di Governo nel rispetto delle competenze di ciascun ministro.
Infine una domanda sul funzionamento del Ministero: Lei conoscerà in maniera approfondita non solo i pregi, ma anche i limiti della macchina amministrativa. Ritiene necessario apportare un intervento di riforma interna all’apparato o comunque degli interventi correttivi su specifiche aree?
Mi considero un civil servant e sono e resto un uomo dell’Amministrazione, perciò so quanto sia importante intervenire sull’organizzazione del Ministero. Gli interventi necessari per un corretto ed efficiente funzionamento del Mipaaf passano anche dall’approvazione dei decreti di riorganizzazione, in merito ai quali il Parlamento si è recentemente pronunciato. Al tempo stesso sono consapevole della centralità che il Ministero ricopre per disegnare il futuro del settore, anche nei rapporti con l’Unione europea e con le Regioni. Il nostro obiettivo è impiegare al meglio le risorse del Ministero per assolvere a questa funzione centrale, in un settore vitale per l’economia nazionale come quello agricolo.
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