Si è fatta attendere per soli cinque giorni la risposta della Cina all’appello dell’Australia alla World Trade Organisation (WTO) sui dazi antidumping imposti dalla Cina sul vino australiano.
Il 24 giugno scorso Pechino ha infatti presentato alla stessa Organizzazione mondiale del Commercio una denuncia per dumping circa i dazi australiani compensativi sulle ruote ferroviarie, le torri eoliche e i lavandini in acciaio in ossidabile cinesi. Su questi prodotti l’Australia aveva imposto tariffe compensative di ingresso a partire dall’anno 2014. La mossa cinese arriva (quasi) inaspettata perché particolare rispetto al modus agendi di Pechino, che tra il 1995 e il 2020 ha messo sul piatto solamente quattro inchieste di questo tenore, a fronte delle ottanta denunce per dumping presentate dall’Australia. Come riferisce il quotidiano australiano ABC News, l’Australia ha in passato perso una causa di queso genere, nel 2019, quando la WTO ha accolto la denuncia dell’Indonesia contro le tariffe anti-dumping che l’Australia aveva imposto sulla carta A4 indonesiana, sostenendo che le ipotesi sui costi di produzione della carta indonesiana messe sul banco dall’Australia fossero errate. È probabile dunque che nella lotte commerciale tra Cina e Australi, Pechino si faccia forte di queso precedente.
FEB