di Paolo Ferrante
Due dati saltano all’occhio tra quelli contenuti nel Rapporto di aprile dell’Oiv: il brusco dietro front della produzione di vino in Cina, scesa ai minimi da cinque anni, e il ritorno sotto la soglia “di resistenza” dei 240 milioni di ettolitri del consumo mondiale, stimato in leggera flessione nel 2013. Ci sono poi altre evidenze che sanciscono elementi già emersi in precedenti valutazioni: dall’aumento della produzione vinicola, Ue (soprattutto) e mondiale, all’ulteriore, seppure più lento, ridimensionamento del vigneto Europa. Fenomeno controbilanciato da una nuova espansione delle superfici vitate in altre aree del globo, in particolare in Sud America e nel Far East.
Superfici
Vediamo meglio. Nel Vecchio continente, in particolare all’interno del perimetro dei 28 Stati dell’Unione europea, si calcola (dato 2013) che l’estensione del vigneto (a prescindere dagli usi finali se per vino, uva da tavola o da essiccare) dovrebbe attestarsi sui 3 milioni 481mila ettari, facendo segnare un’ulteriore contrazione quantificata nell’ordine di pochi decimi di punto (-0,5% circa).
Dalla fine del programma comunitario di regolamentazione del potenziale produttivo vinicolo, finanziato da Bruxelles con i premi all’abbandono definitivo, il ritmo di riduzione del vigneto Ue ha subito, come era lecito attendersi, una decelerazione. Ma il fenomeno è proseguito anche senza gli espianti sovvenzionati (questo era già meno scontato). Tra il 2011 e il 2012, spiega l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, la superficie vitata si è ridotta di 54mila ettari, mentre l’anno successivo sono usciti dal perimetro vitato dell’Unione europea altri 19mila ettari circa.
Un andamento, quest’ultimo, che riflette nel dato complessivo comunitario dinamiche contrapposte. Se in Spagna, già leader per dimensione degli impianti, l’estensione del vigneto si è allargata di 5mila ettari, in controtendenza con la direzione generale, in Francia, Italia e Portogallo sono stati persi altri 6-7mila ettari ciascuno.
SI consolida dunque il primato spagnolo, con un milione e 23mila ettari a vigneto. Restano sul podio anche Francia e Italia con superfici rispettivamente di 794 e 752 mila ettari, seguite a parecchia distanza da Portogallo e Romania con poco più di 200mila ettari ciascuno.
Da rilevare che se in Europa i filari perdono ancora terreno, nel resto del Mondo, come si è detto, le cose procedono in senso inverso. Grosso modo i 19mila ettari persi nel 2013 nel Vecchio continente rappresentano il guadagno registrato nei Paesi extra-Ue. Un andamento, quest’ultimo, dettato soprattutto dai maggiori investimenti in Cina e da un incremento delle superfici in Sud America (Brasile escluso, dove è in atto da alcuni anni un’importante processo di ristrutturazione dei vigneti). Da evidenziare che alla crescita del territorio vitato extra-Ue ha anche contributo la Turchia, con un aumento di 7mila ettari nel 2013 in contrasto con la diminuzione osservata negli anni precedenti.
L’effetto compensativo non ha apportato variazioni nel vigneto mondiale che i conteggi degli analisti attestano a 7 milioni e 436mila ettari, includendo nel computo le superfici non ancora in produzione.
Produzione & consumi
Il miglioramento delle rese, dopo il forte calo del 2012, ha riportato su livelli medio-alti anche la produzione vinicola. Esclusi succhi e mosti, l’Oiv stima globalmente un quantitativo di 276,7 milioni di ettolitri, in crescita dell’8% sul 2012. In Europa l’aumento è stato anche più accentuato (+11%), con la produzione vinificata balzata a 162,2 milioni di ettolitri.
Qualche preoccupazione emerge guardando i dati sui consumi, che sembrano però in qualche modo riflettere l’onda lunga dei rincari innescati dalla vendemmia molto scarsa del 2012. Il disincentivo del caro-vino potrebbe in parte spiegare la rottura di quella soglia “di resistenza” che i dati del precedente quinquennio (2008-2012) fissavano a 240 milioni di ettolitri. Se il risultato 2013, da valutare con estrema prudenza a giudizio degli stessi analisti dell’Oiv, dovesse centrare il valore medio del range di stima, si avrebbe un consumo mondiale di vino di 238,7 milioni di ettolitri, in calo di circa un punto percentuale rispetto al 2012.
Tornando ai dati di produzione, gli unici segni meno nella lista dei principali paesi a vocazione vinicola si registrano per la Cina e, in misura minore, per Germania e Brasile. Nel paese del Dragone le valutazioni degli analisti, per la verità un po’ a sorpresa, convergono verso una produzione di 11,7 milioni di ettolitri, in calo del 15% su base annua. Un dato che spezza il trend espansivo in atto dal 2010, che aveva spinto l’output cinese a ridosso dei 14 milioni di ettolitri nel 2012.
Confermati i record produttivi di Cile (12,8 milioni di ettolitri) e Nuova Zelanda (2,5 milioni). Ottima la performance delle cantine e stelle e strisce (22 milioni di ettolitri) in un’annata sugli scudi anche per l’Argentina, che nel 2013 è tornata a una produzione vicina al suo potenziale (15 milioni di ettolitri). L’Australia si ferma a un più 1%, con poco meno di 12 milioni e mezzo di ettolitri. Un risultato soddisfacente se si considera che nello stesso anno le superfici vitate hanno subito un taglio di altri 4mila ettari, seppure dimezzato rispetto a quanto osservato un anno prima.
In Europa, spiega ancora il Coi, corre soprattutto la Spagna con 42,7 milioni di ettolitri*, esclusi mosti e succhi (+37% sul 2012). Avanza adagio l’Italia**, mentre cresce molto debolmente la Francia, deludendo le attese.
* I dati spagnoli secondo le ultime rilevazioni del Ministero dell’Agricoltrura sono stati rivisti al rialzo, pari a 53 milioni di ettolitri
** Secondo i più recenti dati Agea la produzione italiana è stata pari a 54 milioni di ettolitri
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