Maggiore impegno nella promozione e nella ricerca di nuovi sbocchi commerciali; salvaguardia dell’attuale livello della vitivinicoltura continentale; analisi del potenziale di produzione dei singoli paesi quale punto di partenza per ragionare sul futuro dell’OCM vino, preferendo “misure attive” e della proattività a quella difensivistica, e per certi versi perdente in partenza, degli espianti.
Questi i cardini – presentati su Il Corriere Vinicolo n. 28 del 9 settembre 2024 – della proposta che l’Unione Italiana Vini porterà alla prima riunione dell’High-Level Group on Wine Policy (HLG), in programma per l’11 settembre a Bruxelles.
Nelle stesse pagine del settimanale – sempre a cura di Fabio Ciarla – richiamate anche le key priorities che il Comité Européen des Entrprises Vins (Ceev) – allineato nelle sue posizioni all’UIV – porterà alla stesso incontro, con documento che riprende il Manifesto on the future of the UE Wine sector (di cui avevamo parlato qui).
Ricordiamo che il “Gruppo di alto livello sulle politiche del vino” e stato istituito nel maggio scorso dall’uscente commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski in risposta alle istanze e pressioni avanzate dal settore, e che riunisce rappresentanti degli Stati membri dell’Ue, le organizzazioni di categoria e le rappresentanze istituzionali della Comunità Europea. L’HLG è dunque finalizzato a confrontarsi sulle valutazioni della situazione e delle prospettive del settore vitivinicolo dell’Unione europea, per arrivare a fornire “conclusioni e raccomandazioni” sulle future politiche del vino entro l’inizio del 2025.
(nell’immagine Waving EU flags in front of European Commission in Brussels at sunset, AdobeStock)