Docente di economia industriale e commercio estero presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Marco Fortis è oggi uno dei massimi esperti italiani di questa materia. Già consigliere economico in diversi governi, ha rilasciato questa settimana a Il Corriere Vinicolo una sua analisi e alcune riflessioni in merito alla forza del “modello Italia” nell’attuale contesto di crisi globale.
La nostra economia – spiega il prof. Fortis ai lettori del settimanale di UIV rispondendo alle domande di Giulio Somma e Fabio Ciarla (sul CV n. 5/2023 del 6 febbraio) – ha messo in campo una maggiore resilienza rispetto ad altri paesi, grazie ad una capacità di adattamento fatta di grande diversificazione delle produzioni e dell’export, con numerose eccellenze a livello globale, minori delocalizzazioni e una forte integrazione delle filiere. L’aumento delle produttività e della competitività hanno fatto il resto, portando il Pil dell’Italia a crescere oltre il 10% nel biennio 2021-2022, superando il valore del 2019, ultimo anno pre-pandemico.
L’Italia non dunque è il grande malato dell’Europa, né tantomeno del mondo, anche se pochi se ne sono accorti. I dati della crescita produttiva post-pandemia parlano chiaro e se non siamo proprio i primi della classe, diciamo che ci siamo molto vicini…
A latere dell’intervista, ripreso l’appello del prof. Fortis (già lanciato dalle pagine del Il Sole 23 Ore) per il salvataggio del Piano Industria 4.0, piano che è ha contribuito in maniera decisiva a sostenere la filiera delle tecnologie viti-enologiche e il settore vino durante la crisi pandemica, ma di cui il comparto ha certamente ancora bisogno.