Nonostante si fosse chiesto a gran voce da parte della filiera un cambio di passo, con una nuova articolazione delle misure per garantire più fondi alla promozione, specie in quota nazionale, ed evitare le dispersioni del passato, lo schema di decreto contenente l’articolazione per misure e regioni per la campagna 2015/16 è la fotocopia esatta di quello dell’anno scorso e sostanzialmente di quello dell’anno prima ancora.
“Per il terzo anno di seguito si rinvia la modifica di decreti che ci hanno fatto perdere 51 milioni di euro di fondi per la promozione pari a 100 milioni di investimenti – sottolinea Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini –. Il vino italiano non può più essere soggiogato dalla miopia politica di assessori regionali che dimostrano di non aver alcuna attenzione per le dinamiche di un comparto che rappresenta la punta di diamante del nostro export. E dato che la trattativa con la tecnostruttura del Ministero è stata fallimentare deve intervenire la politica. In gioco c’è la capacità del vino italiano di muovere la sua battaglia nel risiko del commercio mondiale del vino, cioè, in una parola, il futuro del nostro comparto”.
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