Una riduzione del 6%, a 271 milioni di ettolitri. Questa la fotografia della produzione mondiale di vino scattata oggi dall’OIV a Parigi, nel corso della consueta presentazione del Punto di congiuntura fatta dal direttore generale Jean-Marie Aurand. Una produzione, sottolinea l’organismo internazionale, ritornata ai livelli medi, complice il meteo non proprio favorevole in Italia e Spagna.
Nel dettaglio, la Francia, con 46 milioni di ettolitri, tornerà a essere primo produttore mondiale, scavalcando l’Italia, data dall’OIV a 44,4 milioni (ricordiamo che le stime UIV-Ismea invece parlavano di 41 milioni. La Spagna è destinata a ritornare a una produzione “spagnola”, attorno a 37 milioni, mentre gli Usa dovrebbero stare su un buon livello, attorno ai 22,5 milioni di ettolitri, come da tre anni a questa parte.
Riduzione di produzione significativa in Cile (10 milioni di hl, -22%), mentre in Argentina si dovrebbe essere ai livelli del 2013 (15,2 milioni). In Oceania, a una vendemmia record in Nuova Zelanda (3,2 milioni di hl, +29%), fa da contraltare un’Australia in linea con il 2013, a 12,6 milioni. Ferma a +4% la lancetta della vendemmia sudafricana, a 11,4 milioni.
Per quanto riguarda invece il resto dell’Europa, Bulgaria, Romania e Slovacchia attendono cali significativi (-30, -20 e -16% rispettivamente), dovuti alle avverse condizioni meteorologiche dell’annata,. Solo l’Ungheria dovrebbe registrare una produzione in linea con il 2013, a 2,7 milioni di hl. Portogallo e Grecia, infine, dovrebbero registrare cali attorno rispettivamente del 6% (5,9 milioni di hl) e del 13% (2,9 milioni di hl).
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