Rimosso in parte il vincolo di essere accompagnato da altri prodotti dell’agroalimentare. Reintegrato, su pressione del Ceev e del Parlamento europeo, il consumo responsabile tra le azioni ammissibili a finanziamento sul mercato Ue. La riforma della promozione dell’agroalimentare europeo rimette il vino a pari dignità con gli altri prodotti, dopo una partenza che è stata tutta in salita (come abbiamo più volte documentato).
Nel dettaglio delle modifiche del PE al testo base proposto dalla Commissione, si notano alcune importanti specifiche: “Solo il vino recante denominazione di origine o indicazione geografica protetta nonché il vino con indicazione della varietà di uva da vino può essere oggetto delle azioni di informazione e di promozione” sui mercati interno ed esterno.
Per quanto riguarda il mercato comunitario, le azioni ammissibili per il vino (ma anche per spiriti e birra) sono solo di natura informativa sugli schemi della qualità (Dop, Igp), e appunto sul consumo responsabile.
Inoltre, “nel caso dei programmi semplici (operatori di un solo Paese membro) devono rientrare anche altri prodotti agroalimentari”. Quindi, l’obbligo di un accompagnamento del vino resta, anche se circoscritto. In caso di multiprogrammi, infatti, il vino può tranquillamente essere promosso da solo.
Per quanto riguarda la promozione dei brand aziendali, una delle grandi novità del nuovo regolamento, rimane la possibilità per i produttori di vino ma solo sui Paesi terzi.
La riforma, varata definitivamente da Parlamento e Consiglio europei, consente un doppio binario di finanziamenti all’interno della Pac: sui Paesi terzi e all’interno dell’Unione europea, e sarà aperta – a differenza che nel passato – non solo a consorzi e istituzioni, ma anche a raggruppamenti di imprese e organizzazioni di produttori.
Oltre che ai fondi Ocm, che hanno visto anche l’apertura sui mercati europei, seppur con limitazioni rispetto alle azioni ammissibili sui Paesi terzi, il vino potrà attingere a pieno diritto anche ai finanziamenti messi a disposizione nell’ambito della promozione orizzontale, per azioni di informazione e sensibilizzazione anche sul consumo responsabile.
Per quanto riguarda le soglie di cofinanziamento, sono state alzate rispetto alla proposta iniziale (50%): la partecipazione dell’Unione ai programmi semplici è pari al 70% nel mercato interno e all’80% nei Paesi terzi. Le spese restanti sono a carico esclusivo delle organizzazioni proponenti. Le percentuali sono portate all’85% in caso di gravi turbative del mercato, perdita di fiducia dei consumatori o altri problemi specifici.
La partecipazione dell’Unione ai programmi multipli – sia che vengano svolti nell’Ue o fuori dall’Ue – è invece sempre pari all’80%, che sale anche qui all’85% in caso di gravi turbative del mercato, perdita di fiducia dei consumatori o altri problemi specifici.
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