Düsseldorf, 20 marzo 2017 – “Il sistema del vino italiano si presenta in buona salute, dinamico e reattivo. A confermarlo sono anche i recenti dati dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini relativi all’export 2016, che parlano di 5,6 miliardi di euro con un incremento del 4,3% sul 2015. Risultati positivi che devono servire da ulteriore stimolo per migliorare le nostre performance, soprattutto in Paesi chiave come USA, UK, Cina: in questi Stati per crescere con successo, serve sempre di più fare sistema, definire nuove strategie e nuovi progetti di promozione e comunicazione. Solo così potremo sviluppare attività realmente efficaci nel valorizzare sia i nostri vini sia i territori ricchi e variegati che l’Italia esprime e che, purtroppo, sono ancora poco conosciuti all’estero”. Lo ha detto Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini, alla conferenza stampa dal titolo: “ITALIAN WINE: FIGURES AND OUTLOOK. USA, China, Germany, Brexit: market risks and opportunities”, organizzata da Unione Italiana Vini nel corso di ProWein 2017. Sono intervenuti anche: Brunella Saccone, Responsabile Comparto Vini e Bevande ITA (Italian Trade Agency); l’Onorevole Herbert Dorfmann, Presidente Intergruppo Vino al Parlamento Europeo.
“Sul mercato USA – spiega Rallo – aleggia l’incertezza dovuta alla nuova presidenza Trump. Non vorremmo, infatti, che nonostante l’accordo UE del 2006 per la disciplina degli scambi, gli USA si orientassero verso una sorta di moderno protezionismo, facendo fare un salto indietro nel tempo alle politiche commerciali internazionali in essere. Cosa ancor più grave se si pensa che gli Stati Uniti si confermano il primo mercato per il nostro vino. Secondo elaborazioni dell’Osservatorio del Vino su dati Istat, le importazioni di vino italiano in USA hanno chiuso il 2016 con una progressione del 5,5% in valore superando 1,35 miliardi di euro (per 3,3 milioni di ettolitri). Sono soprattutto le bollicine ad aver determinato questo passo in avanti. La domanda a stelle e strisce degli spumanti italiani è cresciuta del 31% in valore e del 24% in volume. Numeri soddisfacenti che però non corrispondono a un’adeguata valorizzazione sul piano economico del prodotto. Il nostro duplice obiettivo sarà incrementare l’export contestualmente al valore pagato per bottiglia. Per ottenere questo risultato – aggiunge Antonio Rallo – si rivela indispensabile una campagna di comunicazione istituzionale che racconti il sistema vino nel suo complesso, fornendo chiavi di lettura per esaltarne le peculiarità e le sfaccettature che rendono il nostro vino mai banale. In tal senso, stiamo lavorando insieme a ICE per scrivere il piano promozionale sul vino negli USA che prevede un investimento di 20 milioni di euro per i prossimi tre anni”.
“Il Regno Unito – continua Rallo – è il terzo mercato per il vino italiano e vale 764 milioni di euro (+2,3%). È anche il primo mercato di esportazione per i nostri vini spumanti con 1 milione di ettolitri nel 2016, per un valore di oltre 365 milioni (+33%). È fondamentale, pertanto, capire come Brexit impatterà sulla politica di scambi commerciali nel settore. Il nostro auspicio è che sia possibile raggiungere un accordo bilaterale soddisfacente per il comparto “Vini e Spirits”. Risulterà indispensabile che siano mantenuti e riconosciuti i regolamenti UE, nonché la protezione delle indicazioni geografiche e i diritti di proprietà intellettuale. Fondamentale, inoltre, che l’import del nostro vino e le procedure di circolazione siano semplificati e non vessati da tariffe che ne danneggerebbero la competitività. Un dato che potrà avere un peso specifico rilevante nelle trattative – puntualizza il Presidente Rallo – credo sia quello relativo all’export di Spirits UK in Europa, che vale ben 2,1 miliardi di Euro. Forse uno spunto che gli amici del Regno Unito potranno cogliere per trovare un accordo in tempi stretti. Noi siamo pronti a fare la nostra parte insieme ai colleghi europei del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV)”.
“La Cina – prosegue Rallo – si conferma un Paese dalle grandi opportunità per il comparto vitivinicolo italiano, poiché registra nel mondo tassi di incremento tra i più alti, sia dei consumi sia delle importazioni. Nel 2016 cresciamo in valore del 13,8% (101 milioni di euro) e in volume dell’11,4% (299mila ettolitri). È un trend che dobbiamo consolidare, rafforzando l’impegno promozionale del nostro Paese con azioni sistemiche che vedano insieme imprese e Istituzioni. Grazie ad azioni congiunte tra ICE e le aziende, contiamo di raggiungere nel medio termine risultati di assoluta soddisfazione”.
“La Germania, Paese che ci ospita in questi giorni e che è il secondo mercato d’interesse per il nostro export, torna a crescere sensibilmente rispetto al 2015, con un +1,7 in valore (977 milioni di euro) e un +0,5 in volume (5,56 milioni di ettolitri) – spiega il Presidente Rallo. Merita un particolare rilievo soprattutto per la domanda di vino italiano biologico: è il Paese al primo posto tra gli importatori con una quota del 38%. A netta distanza seguono gli Stati Uniti, la Svizzera, la Svezia, il Canada e la Gran Bretagna. La Germania rappresenta il primo importatore mondiale di vino biologico con un volume annuale pari a oltre 30 milioni di bottiglie, principalmente provenienti dall’Italia e dalla Spagna”.
“Per il settore agroalimentare queste sono settimane calde – commenta l’Onorevole Herbert Dorfmann, Presidente Intergruppo Vino al Parlamento Europeo. A fine 2016, con la proposta di Regolamento Omnibus da parte della Commissione europea, è infatti ufficialmente partito il processo di revisione intermedio della Politica Agricola Comune (PAC). A tal proposito sono pronto a dialogare con il comparto vitivinicolo per valutare e condividere eventuali suggerimenti. La Commissione Europea ha pubblicato un report in merito all’etichettatura di ingredienti e calorie per gli alcolici. All’interno del Regolamento 1169/2011, in particolare, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di analizzare quali potessero essere le possibilità per il settore. Sono molto soddisfatto della decisione di dare la concreta possibilità al settore di autoregolamentarsi nell’attesa di trovare soluzioni condivisibili entro un anno. Sono estremamente fiducioso al riguardo e credo che questa possa essere un’ottima opportunità per il settore”.
“Sul versante internazionale sono ampi gli spazi di crescita in molti Paesi. ICE mira a consolidare i risultati ottenuti nei mercati maturi, ed aggredire il potenziale inespresso del made in Italy in quelli emergenti – ribadisce Brunella Saccone, Responsabile Comparto Vini e Bevande ITA (Italian Trade Agency/ICE)-. L’istituzione del Tavolo del Vino presso il Mise, di cui UIV fa parte, ha determinato una svolta significativa sui contenuti e sui modelli promozionali ormai caratterizzati dalla multicanalità, una combinazione virtuosa di azioni on line e off line che coinvolgono le GDO e l’e-commerce”.
L’incontro a Prowein è stato anche l’occasione per presentare al pubblico internazionale la 27^ edizione di SIMEI, la più importante fiera internazionale delle tecnologie per enologia e imbottigliamento, organizzata da UIV dal 1963: si svolgerà dall’11 al 15 settembre 2017, eccezionalmente a Monaco di Baviera, in concomitanza con drinktec, fiera leader del liquid food e beverage. “Questo accordo tra Unione Italiana Vini e Fiera di Monaco – conclude Antonio Rallo – è un progetto concreto di internazionalizzazione che offrirà vantaggi agli utenti delle due rispettive realtà: SIMEI e drinktec. I nostri operatori abituali potranno esplorare mercati diversi e altri settori del beverage, raggiungendo visitatori e buyers trasversali; quelli di drinktec potranno conoscere da vicino i nostri espositori che da sempre si sono distinti nell’ambito delle tecnologie dedicate alla filiera vitivinicola. E’ una partnership strategica ad ampio respiro che nel 2019 riporterà in Italia SIMEI insieme a drinktec”.
SIMEI a Fiera Monaco realizzerà un polo esclusivo e specializzato del settore enologico esteso su oltre 20mila metri quadrati, raccogliendo i migliori operatori che metteranno in mostra macchine e attrezzature per la produzione, il condizionamento, lo stoccaggio, l’imbottigliamento e il packaging, passando dalla logistica e arrivando fino ai servizi.
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