L’attuale situazione geopolitica avrà certamente un forte impatto sul commercio di vino verso la Russia, paese che lo scorso anno ha fatto registrare il suo personale record nelle importazioni vinicole. Secondo i dati di un report recentemente pubblicato dall’Observatorio Español del Mercado del Vino (OeMV), nel 2021 le importazioni di vino in Russia sono cresciute del 5,8% in volume, fino a 3,75 milioni di ettolitri e del 15% in valore, fino ad un fatturato di 91.890 milioni di rubli (al cambio circa 1,3 miliardi di euro). In crescita sull’anno precedente anche il prezzo medio d’acquisto, che ha raggiunto i 245,5 rubli per litro (€ 3,48/l).
Le importazioni di vino fermo in bottiglia hanno raggiunto un volume di 3,053 milioni di ettolitri ed un valore di 985,7 milioni di euro. Notevole anche la quota del vino spumante sul totale delle importazioni: 24% in valore (per un totale di 313,5 milioni di euro) e 17% in termini di volume (per un totale di 641.000 hl).
L’Italia è stata il primo fornitore sia in termini di valore (423 milioni di euro) che in termini di volume 1,112 milioni di ettolitri (+20% vs 2020). Seguono a distanza la Francia, seconda per valore delle forniture ( 244 milioni di euro ma solo quarta per volume 403.000 hl; +8,8% vs 2020) e la Spagna, terza per valore (162 milioni di euro) e seconda per volume (605.000 hl; -10,5% vs 2020). Notevoli le forniture georgiane: la Georgia è infatti il terzo fornitore vinicolo della Russia per valore (136 milioni di euro) e terzo (davanti quindi alla Francia) per volume con 466.000 hl.
Circa il vino sfuso diretto in Russia, occorre notare che in seguito all’entrata in vigore della nuova normativa sulla viticoltura ed enologia (nel luglio del 2020) le importazioni di vino sfuso sono notevolmente diminuite: del 91,3% nel 2020 vs 2019 e del 21,3% nel 2021 vs 2020.
FEB