La percentuale dei consumatori abituali di vino in Spagna è scesa in un anno dal 52% al 29%. Questo ed i seguenti dati – di cui La Semana Vitivinícola ha proposto un’accurata analisi a firma del suo redattore capo Vicent Escamilla – provengono dal report “Tracking pautas de consumo e imagen de la categoría de vino” sesta edizione realizzato dall’Interprofesional del Vino de España (OIVE) e basato su 900 interviste realizzate nello scorso dicembre coinvolgendo 900 consumatori di età compresa tra i 20 e i 50 anni.
Il 96,2% dei rispondenti al sondaggio i OIVE ha dichiarato di avere consumato vino nell’anno precedente; il 35% di chi tra gli intervistati ha dichiarato di non avere intenzione di bere vino alla prossima occasione di consumo di alcolici preferendo altre alternative; il 30,8% degli stessi dichiara di non amare il vino in generale, mentre il 17,6% dichiara di non apprezzarne il sapore. Di contro la principale ragione per cui chi tra gli intervistati sceglierà il vino “alla prossima bevuta” lo farà per “assaporare il gusto di un buon vino”.
La marcata diminuzione della frequenza di consumo di vino in Spagna è evidente dal confronto dei dati raccolti per il 2020 (nel sopracitato report) con quelli raccolti l’anno precedente, nella quinta edizione dell’indagine (relativa al 2019). Guardando al 2020, infatti, il solo 29,1% degli intervistati si è dichiarato consumatore abituale (consumo minimo di una volta a settimana), mentre nel 2019 questa percentuale era del 51,8%.
La frequenza di consumo settimanale per il vino rosso ha raggiunto una percentuale del 20,6% tra risposte degli intervistati nel 2020 (era del 40,9% nel 2019), quella per il vino bianco il 12,6% (era del 26,6%), quella per il vino rosato il 4,5% (era del 14,9%), quella per lo spumante l’1,8% (era del 11,8%). Meno marcato, ma comunque evidente, il calo della frequenza di consumo settimanale della birra: 49,7% vs 67,8% dichiarato dai rispondenti al sondaggio nel 2019.
FEB