Negli ultimi giorni di giugno, il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha annunciato il ritorno del paese a livello di allerta 4, “causa covid”. Tra le restrizioni derivanti dallo stato di emergenza vi è stato il quarto bando alla vendita di bevande alcoliche dall’inizio della pandemia: stop a vino, birra e superalcolici nei bar e nella vendita al dettaglio.
Con un comunicato dello scorso 12 luglio, la South African Liquor Brandowners Association (SALBA) ha espresso la sua preoccupazione per una misura che nei tre precedenti blocchi ha già portato ad un danno di oltre 2 miliardi di euro per l’industria sudafricana degli alcolici, chiedendo chiarezza al Presidente sulla durata delle restrizioni, ora prorogate per altre due settimane. SALBA denuncia che il settore degli alcolici e quello della ristorazione sono quelli che in Sudafrica più sta pagando l’inadeguatezza delle misure governative al contenimento della pandemia: si starebbe infatti fermando la vendita di alcolici ma la polizia chiuderebbe un occhio su altre occasioni di assembramento e nel frattempo oltretutto i negozi di bevande alcoliche stanno diventando oggetto di ripetuti saccheggi da parte della criminalità organizzata. A questo proposito, Sibani Mngadi (Presidente di SALBA), ha dichiarato che “Il continuo divieto di vendita legale di alcol serve solo a promuovere più attività criminali, inclusa la produzione su scala industriale di alcol illecito.
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