Tra il 23 luglio e l’8 agosto si svolgeranno in Giappone le olimpiadi di Tokyo 2020, rimandati lo scorso anno “causa covid”. I Giochi si svolgeranno tra mille limiti e divieti, per gli atleti e per il pubblico a cui sarà destinato solo il 50% dello spazio disponibile nelle strutture per un massimo di 100.000 spettatori (solo giapponesi) ammessi, così da scongiurare la diffusione della Covid-29, ancora non totalmente debellato anche in Giappone.
La scorsa settimana, Seiko Hashimoto, Presidente del comitato organizzatore dei Giochi, ha annunciato che sarà bandita la vendita di bevande alcoliche negli impianti e nei luoghi destinati all’ospitalità del pubblico; al pubblico sarà fatto divieto anche di portare alcolici “da casa”. Come riporta The Guardian, in un primo tempo l’ente organizzatore aveva preso in considerazione la possibilità di permettere la somministrazione e il consumo di bevande alcoliche negli impianti: Asahi, il noto marchio di birra giapponese, uno dei main sponsor delle olimpiadi, aveva infatti fatto pressioni in questo senso. La notizia della possibile decisione verso l’apertura al consumo di alcolici ha però scatenato diverse proteste. L’opinione pubblica non “gradiva” il fatto che si potessero fare due pesi e due misure sulle restrizioni al consumo, fuori e dentro gli impianti. In Giappone – dove è stato revocato lo stato di emergenza – persistono ancora divieti sul consumo di alcolici: è oggi infatti possibile consumare alcolici nei bar e ristoranti da soli o al massimo in due, per un massimo di 90 minuti e solo tra le ore 11.00 e le 19.00.
FEB