Nell’edizione di primavera dello Short-term outlook for agricoltural market 2020, pubblicata il 20 aprile e preparata dalla Analysis and Outlook Unit della Direzione generale agricoltura e sviluppo rurale (DG Agri) della Commissione Europea, è suggerito che il consumo di vino nei paesi dell’UE27 raggiungerà il volume di 108 milioni di ettolitri nell’anno che va da agosto 2019 a luglio 2020, pari ad un consumo procapite di 24 litri, cioè il -8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
Causa della prevista contrazione, soprattutto e naturalmente, l’epidemia del Covid-19, con le conseguenti restrizioni all’attività di bar e ristoranti e al turismo che ne sono derivate nei paesi dell’Unione. Il settore della ristorazione assorbe infatti circa il 30% dei consumi di vino in Europa, e il pur significativo incremento del commercio al dettaglio (che prende la restante quota dei consumi) non basterà a compensare le perdite dell’Horeca.
Nel calo generale del consumo si prevedono differenze a seconda della tipologia di vino. In questo momento in particolare i consumatori europei starebbero acquistando soprattutto vino fermo di prezzo medio, a scapito degli spumanti, bevuti soprattutto durante le festività, e dei vini più costosi, serviti da bar e ristoranti.
Nello stesso outlook l’ufficio analisi e prospettive di DCAgri suggerisce che la crisi in corso si ripercuoterà anche sul commercio internazionale di vino. Le esportazioni di vino dall’Unione Europea, sebbene minate dai dazi Usa, nella prima metà della campagna 2019-2020 hanno superato del 2% quelle dello stesso periodo dell’anno precedente, un’evoluzione positiva che però non perdurerà. Per il complesso del periodo agosto 2019 – luglio 2020 è infatti previsto un calo dell’export vinicolo europeo del 14%, sia sulla campagna precedente che sulla media quinquennale. Per quanto concerne invece le importazioni, già calate del 7% nella prima metà del periodo d’analisi rispetto all’anno precedente, si prevede che la crisi in corso avrà un minore impatto rispetto a quello previsto per l’export, perché i vini importati nell’EU vanno principalmente al canale della vendita al dettaglio. In generale è quindi previsto un calo complessivo dell’import vinicolo del 11% rispetto alla campagna agosto 2018 – luglio 2019.
La crisi internazionale, in ultimo, inciderà anche sul magazzino vinicolo europeo, portando ad leggero aumento delle scorte, già a livelli record alla fine della scorsa campagna, sebbene sia previsto anche un calo dei raccolti per le vendemmie della campagna 2019/20.
FEB