Sul fronte bottiglia, il mercato britannico continua a essere in una fase involutiva, con variazioni trimestrali negative nell’ordine del 10% da ormai il 2013. I primi tre fornitori – Italia, Francia, Spagna – chiudono il semestre sotto di oltre il 15%, con l’Italia che vede scendere i listini dell’8%, a 1,75 sterline di media, e il Pinot grigio in discesa del 26%, a 1,26 sterline (ma va considerato che nel periodo di tempo considerato la sterlina si è apprezzata sull’euro del 10% circa, quindi il calo reale è del 16%). Il totale mercato ferma le lancette a 849 milioni di sterline (-12%), con il peggiore secondo quarto dal 2012, per la prima volta sotto i 500 milioni.
In buona performance troviamo Nuova Zelanda, che scavalca i cileni (-7%) in quarta posizione, a 64 milioni di sterline; Usa, ma solo a valore, e Sudafrica, in ripresa maggiore sui volumi grazie a pesanti tagli ai listini. Miglior performer l’Argentina, con aumenti semestrali del 30%.
Capitolo a parte l’Australia, che conferma la debole ripresa di marzo, dopo aver visto precipitare per anni le proprie forniture di vino in bottiglia a favore dello sfuso. Sfuso che segna invece una battuta d’arresto pesante a valore (-13%), con quotazioni precipitate del 12%, a 66 centesimi al litro.
Sulla spumantistica il mercato si riaccende, almeno per l’Italia, con il solo neo dei prezzi, in erosione da gennaio del 15% (5% reale). Il Prosecco fa +45% a volume (170.000 ettolitri) ma “solo” +19% a valore (38 milioni di sterline), per prezzi quindi scesi del 18% (8% reale), a 2,25 sterline per litro. Continuano invece le spedizioni massicce di prodotto italiano senza indicazione geografica (+57% a giugno), a prezzi di poco inferiori a 1,60 sterline.
UK, consuntivo import primo semestre

Devi essere connesso per inviare un commento.