Wine Intelligence suggerisce l’opportunità (e la necessità) per chi opera nel settore del commercio del vino nel Regno Unito di puntare sui consumatori più anziani.
In un contesto in cui, dopo un declino di lungo termine, i consumi sono stati potenziati dalla pandemia – in termini soprattuto di frequenza più vino bevuto a casa – vi sono oggi prospettive più positive di quelle immaginate prima della crisi sanitaria, che devono essere assecondate nelle strategie di business. In alcune riflessioni proposte sul sito internet della citata società di ricerca di mercato, Lulie Halstead (CEO di Wine Intelligence) riferisce che in questo mercato, come in molti paesi sviluppati, vi è una popolazione anziana sempre più numerosa e non sorprende che questa beva vino. Questi bevitori “maturi” sono dunque la fascia demografica chiave da considerare per qualunque strategia di marketing.
I dati di Wine Intelligence ci dicono che il numero di bevitori abituali sta diminuendo nel Regno Unito: in pochi anni si sono persi circa 4 milioni di bevitori abituali, fino al numero attualmente stimato in 26 milioni di unità. Solo il 49% degli adulti beve oggi vino regolarmente, quando la percentuale stimata per il 2015 era del 59%, ma – e questo è il punto – tra i consumatori abituali coloro che hanno un’età superiore ai 65 è del 27% (era del 25% nel 2015) mentre, al contempo il peso dei bevitori più giovani (quelli di età a partire da quella legale per il consumo di bevande alcoliche fin ai 34 anni) si è invece pressoché dimezzato dal 2010 (erano il 49%) ad oggi (26%). Ai consumatori più giovani si deve tuttavia attribuire una maggiore spesa: sono loro che guidano le vendite in valore e sono capaci di incrementare il loro consumo di vino nei mesi estivi, in particolare per l’aumento delle occasioni di socialità.
FEB