“Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”: è quando sta succedendo al mondo del vino italiano preso tra le notizie apparse sui media nelle ultime settimane relative ad alcuni casi di caporalato (l’albero che cade).
A questo frastuono tuttavia fanno da eco, quasi nel silenzio, numerosi progetti di sostenibilità sociale portati avanti nel settore, rimasti nascosti tra le vigne delle imprese ma capaci di restituire un valore diverso al vino, anche nel rapporto tra i territori e le comunità che li abitano.
A questa “foresta che cresce” è dedicata un’inchiesta pubblicata su Il Corriere Vinicolo n. 29 de 16 settembre 2024. Presentata un’analisi di una situazione dove le imprese rimangono schiacciate tra politica e normativa, oltre che vittime di un preoccupante aumento dei costi, con difficoltà che – oltretutto – sono anche mediatiche. Raccolte le reazione dei produttori, presentate e messe a confronto le best practice oggi in atto tra i filari italiani: dalle le iniziative del Consorzio del Barolo e del Barbaresco, alla via proposta dall’Accademia della Vigna, passando per quanto sta accadendo nella Franciacorta e nel Lazio.
Ne emerge con chiarezza come le aziende del vino siano orientate alla sostenibilità sociale con serietà e convinzione, puntando ad un nuovo sistema che vede l’uomo al centro.