Sulle pagine della rivista online SevenFifty Daily, Jack Robertiello (già direttore della rivista Cheers) ha proposto nei giorni scorsi una sua inchiesta sullo stato attuale del mercato delle bevande alcoliche negli Stati Uniti (qui il contributo). Il giornalista ed esperto di vino, superalcolici e mixology ha intervistato grossisti e dettaglianti statunitensi, evidenziando un significativo problema di approvvigionamento per alcune categorie di bevande alcoliche, ed in particolare per Champagne, cognac e tequila.
Molti rivenditori hanno infatti denunciato carenze nel processo di approvvigionamento dallo scoppio della pandemia del Covid-19 nella scorsa primavera, con qualche miglioramento durante l’estate ed un nuovo decremento all’avvicinarsi dell’autunno. Causa di dette carenze è in primo luogo l’aumento della domanda; per fare qualche esempio: +40% per il marchio di tequila Patron, +38% per il marchio di Champagne Hennessy, secondo Iri nell’anno al primo novembre; +38% complessivamente per la tequila, +56,6% per il cognac, +131% per i ready-to-drink nei mesi di settembre e ottobre, secondo Nielsen.
I dettaglianti denunciano in particolare interruzioni croniche nel rifornimento di alcune Stock Keeping Unit (SKU) e lamentano poche risposte o spiegazioni da parte dei distributori, che stanno, per parte loro, fronteggiando problemi di varia natura che vanno dalle difficoltà nei trasporti al cambio di strategie di produzione e imbottigliamento da parte dei produttori.
FEB