Secondo i dati del Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentación (Mapa) spagnolo, raccolti e proposti da La Semana Vitivinícola in una recente analisi di Vicent Escamilla, al 31 luglio 2019 il vigneto spagnolo si estendeva per 950.079 ettari, superficie che comprende anche le uve da tavola e che è di poco invariata rispetto a quella registrata rispetto l’anno precedente (qui i dati per il 2018).
Le varietà a bacca rossa occupano il 51% del vigneto spagnolo. Tra queste il vitigno più diffuso è il Tempranillo, che prende una quota del 41% tra le varietà rosse e una quota del 21% (ovvero 200.936 ettari) della superficie totale del vigneto spagnolo. Tra le varietà rosso troviamo poi per superficie occupata il Bobal (57.584 ettari), la Garnachainta (53.492 ettari), il Monastrell (38.642 ettari), la Garnacha tintorera (33.566 ettari), il Cabernet Sauvignon (19.000) e Syrah (18.500 ettari). Le citate prime sette varietà rosse occupano il 44% del vigneto spagnolo.
Le varietà a bacca bianca occupano nel 2019 invece il 47% della superficie vitata spagnola (guadagnando un punto percentuale nella quota sul vigneto totale rispetto al 2018). Tra questa vi è l’Airén (208.697 ettari), oggi in assoluto la varietà d’uva più coltivata in Spagna. Seguono per superficie occupata tra i vitigni a bacca bianca Macabeo (54.400 ettari), Verdejo (24.854 ettari), Pardina-Jaén Blanco (23.220 ettari) e Cayetana Blanca (10.897 ettari). Queste cinque varietà insieme occupano insieme il 34% di tutta la superficie vitata del paese.
Il restante 2% della superficie vitata di Spagna è invece occupato da varietà difficilmente suddivisibili nelle due precedenti categorie.
Guardando all’evoluzione del vigneto di lungo periodo per varietà, il Mapa indica che a partire dall’anno 2000 hanno guadagnato terreno Tempranillo (+83.079 ettari), Syrah (+ 17.709 ettari), Verdejo, Cabernet Sauvignon, Merlot e Palomino. Perdono invece terreno l’Airén (-129.938 ettari) Bobal (-35.045 ettari), il Grenache (-27.096 ettari) e Monastrell (-26.470 ettari).
FEB