Ancora un’erosione per il vigneto italiano, che nel 2013 scende per la prima volta sotto quota 650.000 ettari, con una perdita in un solo anno di oltre 8.000 ettari, per lo più concentrati in Sicilia (-5.500) e Sardegna (-2.500). Tra 2000 e 2013 sono andati persi complessivamente 146.000 ettari di vigneto, equivalenti alla odierna superficie a vite australiana.
Sono poche invece le regioni in cui il vigneto è cresciuto nell’ultimo anno: Veneto e Friuli, con oltre 1.000 ettari a testa, si confermano le sole regioni dove conviene ancora impiantare, soprattutto Pinot grigio, in attesa che si sblocchi la situazione del Prosecco.
Una nota infine sui diritti di reimpianto, che hanno contribuito a rendere più “leggero” il passivo sul totale a vite nel nostro Paese: nel 2013 i produttori ne hanno infatti utilizzati circa 3.500 ettari, per un totale in portafoglio sceso a 46.500 ettari contro i 50.000 del 2012. Sono aumentati invece i diritti di impianto detenuti nelle riserve (+500 ettari, per un totale di 2.200). Stabili attorno ai 1.900 ettari i diritti di impianto concessi ma non ancora utilizzati. Il totale, tra diritti di impianto e di reimpianto, è dunque di 50.000 ettari (-3.000 rispetto al 2012), corrispondenti al 7% del totale potenzialmente impiantabile in Italia (696.000 ettari circa).
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