“Finita l’euforia dell’“effetto novità” che ha investito negli anni scorsi il mondo dei vini rosati, si sta forse entrando nella stagione della maturità, dove i proclami devono far posto ai progetti, gli slogan ai fatti, e le avventure a percorsi rigorosi in vigna e cantina”.
Con queste parole Giulio Somma apre l’editoriale di presentazione della prima parte del nuovo Dossier Rosati – Il terzo colore del Vino, pubblicato ne Il Corriere Vinicolo n. 21 del 24 giugno 2024. Quest’anno l’annuale inserto del CV dedicato all’enologia “in rosa” è suddiviso in due puntate (la parte seconda sarà pubblicata su numero 23/2024).
Il racconto su come sta crescendo nel nostro paese il “terzo colore del vino” – sfuggito, almeno in parte, alla crisi dei consumi dello scorso anno – comincia con un servizio di Franco Santini che suggerisce quanto sia ancora oggi molto difficile disegnare una Italian way per il rosé; raccolte testimonianze nei territori dalla Valtènesi al Bardolino, dall’Abruzzo alla Puglia, dalla Calabria all’Etna.
Seguono, presentati da Carlo Flamini (Osservatorio del Vino UIV), i numeri dei rosé tricolori sul mercato degli Stati Uniti: valgono appena il 5% del mercato, ma pesano ancor di meno nel portafoglio nazionale, il 4%, contro il 35% della Francia…
Un servizio di Fabio Ciarla tocca poi il tema dei rosati come tipologia che sembra rimanere ancora una perenne “next big thing”: da anni si prevede infatti l’esplosione dei consumi di vini rosa ma così non è (ancora) stato: il mercato ancora non ci crede e i produttori (a quanto pare) non sono pronti ad investire su qualcosa che rimane perlopiù una tipologia indefinita…(raccolti pensieri e prospettive dalla GDO).
Infine, chiudono la parte prima del dossier, la Carta dei Vini rosati, realizzata per Il Corriere Vinicolo dal sommelier Samuele Calistri e la Vetrina vini rosati, una selezione di macchine, attrezzature e prodotti enologici disponibili sul mercato, curata delle aziende produttrici.