di Adriano Del Fabro
Sulla vicenda Terrano, si muove la politica regionale del Fvg, quella nazionale e quella europea. I giuliani non ci stanno a cambiare nome al proprio vino e a lasciarne l’esclusività alla Slovenia. In proposito, l’assessore regionale alle Risorse agricole del Fvg, Cristiano Shaurli, il 12 ottobre ha incontrato a Trieste, il viceministro dell’Agricoltura della Repubblica di Slovenia, Tanja Strnisa. All’appuntamento si sono pure presentati la console generale di Slovenia a Trieste, Ingrid Sergas e il presidente della Kmečka Zveza (Associazione agricoltori), Franc Fabec.
L’incontro ha permesso di approfondire gli aspetti tecnici e le implicazioni politiche della tutela del vino Terrano, interessante l’area del Carso italo-sloveno, a seguito dell’iniziativa della Repubblica di Slovenia che ha comportato un’informativa al Fvg da parte del Mipaaf, relativa alla prossima pubblicazione da parte della Commissione Europea della lista delle varietà delle uve da vino e dei sinonimi ammessi alla coltivazione in tutti gli Stati membri.
Shaurli ha riconfermato l’attenzione dell’Amministrazione regionale verso gli agricoltori del Carso Triestino e Goriziano e, in particolare, dei produttori di vino Terrano che, ha detto: «Hanno saputo tutelare e preservare un vitigno che ha secoli se non millenni di storia, lavorando un terreno aspro e duro qual è quello carsico, esprimendo una capacità enologica che ha aspetti eroici. L’identità di un prodotto di assoluta eccellenza e originalità come il Terrano – ha aggiunto Shaurli – si difende meglio se lo si riferisce a tutta la sua area di produzione, che è un territorio unico per caratteristiche dei terreni e del clima e che comprende il Carso italo-sloveno nel suo complesso».
Il viceministro Strnisa, pur con qualche rigidità, ha confermato che il ministro dell’Agricoltura della Repubblica di Slovenia, Dejan Zidan è disponibile a incontrare sin dalla prossima settimana il suo omologo italiano per affrontare la questione della tutela del Terrano.
«Mi auguro – ha detto ancora Shaurli – che in tutte le sedi, a Roma e a Lubiana, come a Bruxelles, i due Paesi possano trovare una linea comune di tutela di questo vino in tutta l’area del Carso, confermando le iniziative di collaborazione avviate in questi anni dai produttori italiani e sloveni, in linea con la Cooperazione transfrontaliera e con i consolidati rapporti di amicizia tra Repubblica di Slovenia e Fvg, nel quadro delle programmazioni e delle normative europee».
Il giorno successivo, 13 ottobre, il tema del Terrano è stato oggetto di approfondimento tra la presidente della Regione Fvg, Debora Serracchiani, accompagnata dall’assessore regionale Shaurli, a Roma, in un incontro con il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina che ha dato la piena disponibilità del Mipaaf a lavorare assieme sull’ipotesi di una Doc transfrontaliera italo-slovena (sarebbe la prima in Europa) per il vino Terrano, prodotto nell’area del Carso, a cavallo del confine.
«Il ministro – ha riferito al termine dell’incontro Shaurli – ha valutato positivamente la prospettiva di istituire una Doc transfrontaliera per il Terrano, dando la massima disponibilità a promuovere i contatti su questo tema fra i due Paesi, con l’impegno a sentirsi direttamente con l’omologo della Repubblica di Slovenia, Zidan. Da parte nostra – ha aggiunto – ci siamo impegnati ad attivare un Tavolo tecnico sulla Doc transfrontaliera nell’ambito del Comitato congiunto Fvg-Slovenia, con la partecipazione di rappresentanti dei ministeri competenti di Italia e Slovenia. Il riferimento territoriale al Carso attraverso una Doc transfrontaliera renderebbe più forte il Terrano, ma è chiaro che per raggiungere l’obiettivo – ha concluso Shaurli – dobbiamo crederci tutti».
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