Le “cattive” notizie della guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti hanno riempito nelle scorse settimane le pagine dei giornali (noi ne avevamo parlato anchequi). In particolare l’industria californiana del vino è in allarme per il grave danno che le tariffe d’ingresso porteranno alle esportazioni verso uno dei suoi mercati di destinazione più importanti (il quinto dopo Unione Europea, Canada, Hong Kong e Giappone), favorendo per giunta i concorrenti che con la Cina hanno in vigore trattati commerciali favorevoli.
Notizia positiva in questo contesto è stata l’annuncio da parte dello State Administration of Taxation (che vi proponiamo grazie a The Drinks Business) dell’entrata in vigore di una diminuzione di un punto percentuale dell’imposta sul valore aggiunto sulla vendita di alcuni beni importati, a partire dal prossimo primo di maggio. Il taglio interesserà anche il vino per il quale l’iva passerà dal 17% al 16%.
Com’è ovvio, ciò porterà beneficio ancora una volta soprattutto a quei fornitori il cui prezzo di vendita è meno appesantito da dazi d’ingresso, e quindi ancora una volta Australia, Nuova Zelanda, Cile e Georgia. Secondo i calcoli di The Drinks Business, per i vini importati che non godono di nessun trattamento particolare in funzione di trattati di libero scambio, si passerà dal 48,2% al 46,93% di pressione.
FEB
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