Alla presentazione del budget di autunno, lo scorso 30 novembre, il Cancelliere dello scacchiere britannico, Rachel Reeves, ha confermato che dal prossimo 1° febbraio nel Regno Unito la tassazione delle bevande alcoliche confezionate crescerà secondo il RPI (retail price index), l’indice dei prezzi al consumo. Diversamente è previsto un calo dell’accisa dell’ 1,7% sulla birra alla spina, che secondo quanto sostenuto dalla Reeves vale due terzi delle bevande servite nei pub.
Un vero e proprio “calcio nei denti”, questo aumento delle tasse secondo l’inflazione, sia per le imprese che per i consumatori, secondo la Wine and Spirit Trade Association (WSTA). La stessa associazione di categoria ha suggerito anche che tutti i recenti aumenti della tassazione sugli alcolici hanno portato ad una crescita dei prezzi per i consumatori, al calo delle vendite e di conseguenza a minori entrate per il Tesoro.
Sconcerto sulla misura anche da parte delle altre associazioni di categoria del settore. Secondo la Scotch Whisky Association (SWA), il governo avrebbe infranto l’impegno preso di sostenere i produttori di whisky scozzese, visto che il taglio della tassazione dei prodotti alla spina esclude i superalcolici. Per la stessa ragione aspre critiche al Cancelliere sono giunte anche dalla UK Spirits Alliance (UKSA).
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