Su Il Corriere Vinicolo 34 del 23 ottobre 2023 sono pubblicati i risultati per il 2022 dell’annuale indagine condotta dal Crea sul valore e sulle compravendite dei terreni agricoli.
La compravendita dei terreni agricoli in Italia ha registrato l’anno scorso un ulteriore avanzamento (+1,7%), anche se di minore entità rispetto al 2021 (+35% vs 2020), riportandosi in linea con la media 2018-2019 pre-pandemia. In crescita anche il prezzo della terra (+1,5%), che però non compensa gli effetti dell’inflazione.
Tra i terreni agricoli, quelli vitati hanno dimostrato maggiore tonicità rispetto alla dinamica generale: quasi un terzo dei vigneti monitorati ha infatti evidenziato un aumento rispetto ai valori medi 2021, con incrementi più significativi al Nord, rispetto alle realtà, anche le più virtuose, del Centro-Sud.
Come suggerito da Giulio Somma, nel suo editoriale che precede il servizio sopracitato, l’analisi del Crea indica che la viticoltura resta ancora oggi il comparto a maggior valore aggiunto del primario, e non è quindi un caso che proprio le superfici vitate siano quelle che spuntano le quotazioni maggiori. Tuttavia la stessa analisi disegna un panorama in cui le quotazioni dei vigneti corrono a due velocità, con super-valorizzazioni da un lato e sotto-quotazioni dall’altro. Una piccola enclave ricca, dove si entra in una dinamica di valore patrimoniale e immobiliare, si oppone alla gran parte della superficie vitata, che soffre quotazioni fondiarie modeste.