Pressoché ovunque, la crisi del Covid-19 ha portato grandi difficoltà e sfide al mercato degli alcolici, in particolar modo a quella consistete fetta di mercato che passa dal canale dell’on-trade.
Trattandosi dunque di un problema facilmente definibile globale è interessante guardare le diverse strategie di ripresa (o addirittura si potrebbe dire in alcuni casi di sopravvivenza) messe in atto dai diversi governi. In questa prospettiva ecco due azioni messe in atto dal governo giapponese in favore del mercato degli alcolici a in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza e al conseguente lockdown.
On-trade. Tra le misura di contenimento del virus in Giappone era stato imposto a bar e ristoranti di operare fino alle ore 20.00, con la possibilità di servire bevande alcoliche fino alle 19.00, limitazione che è stata ridimensiona a maggio consentendo l’apertura e la vendita di alcolici fino alle 22.00. La stretta di aprile aveva però fatto diminuire le vendite di alcolici nell’on-trade, con gli scambi tra i fornitori e i locali crollati fino al 90% a inizio aprile. Per dare qualche nuova possibilità di business durante in blocco, la National Tax Agency Japan ha aperto a licenze temporanee per consentire ai ristoranti di vendere vino e alcolici da asporto, cosa prima non consentita. Come riportato da Nikkei Asian Rewiew, al 30 aprile erano giunge all’agenzia delle entrate già circa 11.400 domande, per le gran parte delle quali era già stata emessa una licenza temporanea di vendita take away della durata di sei mesi. Dal punto di vista del consumatore, come suggerito da Vini Joy News (cha ha intervistato a questo proposito alcuni ristoratori), questa possibilità ha ampliato le possibilità di acquisto, visto che le “carte” dei ristoranti comprendono spesso prodotti non altrimenti reperibili nel mercato al dettaglio.
Distillatori. Sempre a metà aprile – la notizia è stata diffusa anche dal Jiji Press – la stessa National Tax Agency Japan ha annunciato che avrebbe dato la possibilità ai produttori di Sake di vendere alcol come disinfettante, dopo il via libera in questo senso da parte del Ministero della Sanità.
FEB