Molte similitudini possono essere trovate raffrontando le performance della grande distribuzione in Italia e in America: allo scoppio dell’epidemia e all’annuncio dei primi lockdown, la gente è corsa al supermercato a fare stock di prodotti di prima necessità, ma non solo. Anche i vini sono rientrati in questa dinamica, tanto che le misurazioni di Nielsen sul canale off-premise (quindi grocery store, liquor e mass merchant) hanno registrato vere e proprie impennate a partire dalla metà di marzo (grafico 1): +28% annuo il valore delle vendite del comparto vini al 14 marzo (il doppio della birra), con picchi nelle settimane successive a +67% e ritorno a quota +27% a fine marzo. Spumanti in scia, con +67% al 21 marzo e ridiscesa a +21% al 28.
A conferma però che il boom sia stato generato da “panico”, vi è il dato che confronta le variazioni tra settimane, con il segmento vino che tra 14 e 21 marzo bissa gli aumenti, ma tra 21 e 28 ritorna già in dinamica negativa, seguito a ruota dagli spumanti, che chiudono a -18% (grafico 2). Il bilancio delle 5 settimane al 4 aprile per il totale spumanti è comunque positivo: +22%, con il Prosecco addirittura a +41%.
Sul segmento online, le progressioni per ora sono spaventose: il totale alcolici ha segnato +243% al 21 marzo, +291% al 28 e +441% al 4 aprile. “Un fenomeno di shifting tra canali mai visto”, come commentato da Danny Brager, senior vice-president beverage alcohol practices di Nielsen US.
Durerà tutto questo? Probabilmente no, e non per tutte le tipologie di vino: come avevamo già commentato, gli spumanti di alta gamma potrebbero essere duramente colpiti, non avendo grandi consumi da compensazione in Gdo e perdendo moltissimo sul canale Horeca, mentre per il Prosecco – ormai divenuto un everyday wine a tutti gli effetti ed essendo acquistato soprattutto sul circuito retail – gli impatti dell’epidemia sui consumo potrebbero essere inferiori.
Questo trend dei consumi in America marca invece una sostanziale differenza rispetto all’Italia: mentre solo alcune tipologie – Charmat secchi e Prosecco in primis – hanno anche un grande volume quotidiano veicolato sull’horeca in occasione degli aperitivi (Spritz ecc.), per il resto le bollicine sono ancora per la maggior parte consumate durante le feste (quindi vendita in Gdo): lo dimostra il fatto che dopo l’impennata delle prime settimane di lockdown, ad aprile i trend di crescita in Gdo per i Prosecchi e gli Charmat si sono smussati fortemente, mentre i metodo classico e gli spumanti dolci sono crollati.
Paolo Castelletti