L’Australian Grape and Wine Autority (AGWA), organo del Governo australiano, ha rilasciato, attraverso il Wine Export Approval Report December 2014 (pubblicato il 21 gennaio scorso) i dati ufficiali sulle esportazioni di vino dell’anno 2014.
Il bilancio è positivo, sia in termini di volume che di valore, con un + 1,9% per entrambi gli indicatori, rispetto al 2013.
I risultati di fine anno sono inoltre migliori di quelli comunicati nel analogo report di settembre in cui la stagione delle esportazioni australiane di vino appariva sostanzialmente piatta (ne abbiamo parlato qui).
Il volume totale del vino australiano inviato oltre confine ha raggiunto il volume di 7 milioni di ettolitri, mentre il fatturato ha raggiunto 1,28 miliardi di dollari australiani (circa 870 milioni di euro). E’ la prima volta che il fatturato delle esportazioni è in crescita, anno su anno, dal 2007. Il prezzo medio per litro è stato di 2.60 dollari australiani (circa 1,76 euro).
Nei dodici mesi dello scorso anno il vino australiano ha raggiunto 121 destinazioni, attraverso il lavoro di ben 1329 esportatori, che in maggioranza (si tratta di 893 esportatori sul totale) e diversamente da quanto avvenuto nel 2013 hanno visto incrementarsi il volume del loro commercio.
Secondo quanto dichiarato nel comunicato stampa dell’AGWA che presenta il report, la crescita del volume delle esportazioni australiane è stata, in qualche misura, favorita dalla svalutazione del dollaro australiano, anche se, l’abbondate raccolta verificatasi nel 2013 in Spagna ha compromesso, facendolo crollare, il prezzo del vino sfuso nei mercati internazionali. Quest’ultimo prezzo è calato anche per il vino australiano nel 2014, del 2% circa (fino a 0.99 dollari australiani per litro, quindi circa 67 centesimi di euro/litro). Il volume delle esportazioni di vino sfuso australiano in volume sono tuttavia cresciute del 8% fino a 4,02 milioni di ettolitri.
Cresciuto al contrario, e con il miglior incremento da dieci anni, il prezzo medio dell’imbottigliato in uscita che, con un +7%, ha raggiunto i 4.85 dollari australiani per litro (circa 3,30 euro). La crescita del prezzo medio è stata favorita dalla maggiore domanda di vino premium australiano da parte di Nord America, Europa e Asia, oltre che dal calo di richiesta di vino in bottiglia venduto a meno di 5 dollari australiani per litro (3,40 euro); buona parte di questo imbottigliato entry level è, infatti, stato sostituito da vino sfuso, poi imbottigliato nei paesi di destinazione.
Il Regno Unito è ancora il più importante paese di arrivo del vino australiano per volume: in un anno spediti 2,49 milioni di ettolitri (+4,5% sul 2013). Verso l’Europa in generale le esportazioni sono cresciute in volume del 4% (fino a 3,61 milioni di ettolitri) e hanno totalizzato un valore di 581 milioni di dollari australiani (circa 395 milioni di euro).
Calo invece delle spedizioni verso gli USA, a causa delle due recenti abbondanti raccolte statunitensi che hanno compromesso la richiesta di vino estero: -9% per 1,64 milioni di ettolitri e un fatturato annuo di 423 milioni di dollari australiani (circa 297 milioni di euro).
Si noti tuttavia che, guardando alle fasce di prezzo, la richiesta statunitense di vino australiano premium è cresciuta per il terzo anno consecutivo.
Sebbene influenzato dalle politiche di austerità introdotte dal Governo cinese, anche le esportazioni australiane verso l’Asia sono cresciute nel 2014: + 8% per 400 mila ettolitri totali e per un valore totale di 224 milioni di dollari australiani.
FEB
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